• Skip to main content
  • Skip to footer

Into Prealps - Percorsi gravel bike sui Colli Berici, l'Altopiano di Asiago e le Piccole Dolomiti Vicentine

Bike Adventure

  • Home
  • I percorsi
    • Percorsi di giornata
    • Percorsi di più giorni
      • Autumn Into Prealps
      • Spring Into Prealps
      • Winter Into Prealps
      • Summer Into Prealps
      • Grand Tour Into Prealps
      • Servizi per i bikers
      • FAQ
      • Segnala un problema nel percorso
  • Video
  • Sostieni il progetto
    • Diventa supporter
    • Fai una donazione
    • Acquista un gadget
  • Chi siamo
    • L’idea
  • Finisher
    • Elenco dei finisher
    • Entra nei finisher
  • Blog
  • Contatti

Prodotti e consigli

Arriva una gradita innovazione nell’abbigliamento gravel, il “quick pocket system” di Pasol

9 Agosto 2022 by Roberto Leave a Comment

Da quando il marchio Pasol ha esordito nel mondo dell'abbigliamento da ciclismo, il suo fuoco di attenzione è sempre stato il gravel. Il marchio vicentino è nato infatti con questo scopo, soddisfare le esigenze di chi vive la bicicletta in modo alternativo. Non a caso lo slogan di Pasol è “Vivi fuori”, fuori dai soliti cliché, fuori dagli ambiti urbani e in contatto con la natura.
I prodotti Pasol sono pensati per chi desidera capi comodi, ama pedalare per giornate intere e viaggia in bicicletta. Per questo i materiali utilizzati da Pasol sono attentamente selezionati per le loro caratteristiche comodità, traspirabilità e robustezza.

Pasol

Ma Pasol non si ferma unicamente alla scelta dei materiali e continua a cercare soluzioni innovative per migliorare i suoi prodotti e renderli sempre più pratici e usufruibili in ogni situazione.
Come il nuovo pantaloncino BS Cargo Gravel Plus e la maglia 2109 Meri in lana Merino, più che un completo da ciclismo, un “sistema” ideale per essere indossato in accoppiata.

Pasol abbigliamento gravel in lana merino

Il nuovo pantaloncino BS Cargo Gravel Plus è realizzato in Bi-stretch per una ottimale compressione muscolare ed è dotato del fondello Elastic Interface Gravel, pensato per assorbire le sollecitazioni del fuoristrada e per pedalare sulle lunghe distanze evitando compressioni e sfregamenti. E' dotato di due ampie tasche in rete poste ai lati delle cosce, utili per riporre piccoli oggetti come lo smartphone, delle barrette energetiche oppure dei fazzoletti. Ma la vera novità di questo pantaloncino sono le due ampie tasche in rete elasticizzate poste sul dorso e accessibili in odo facile e pratico.

Pasol pantaloncino cargo gravel plusEd è qui che entra in campo la nuova maglia 2109 Meri. Pensata prendendo spunto dal taglio di una normale t-shirt, la 2109 Meri è una maglia comoda che ti farà sentire a tuo agio in qualsiasi situazione. E’ realizzata in lana Merino 75% per migliorare la traspirazione, l’assorbimento del sudore e l’asciugatura. Inoltre la lana Merino crea un microclima tra pelle e maglia, riducendo notevolmente quella brutta sensazione di bagnato tipica dei materiali tradizionali.

Pasol maglia Meri 2109Ma la caratteristica che permette di rendere un vero e proprio “sistema” la maglia 2109 Meri e il pantalone Cargo Plus, sono le due aperture con “sormonto” poste sulla schiena, che agevolano un rapido accesso alle tasche dorsali in rete del pantalone.
La maglia 2109 Meri è disponibile in tutte le taglie nei colori melanzana e verde, mentre la versione da donna è realizzata in marrone e grigio.
Il BS Cargo Gravel Plus è invece disponibile sia per per uomo che per donna nei colori nero, sabbia e verde, in tutte le taglie.

Se desideri acquistare un capo Pasol e vuoi risparmiare il 20% sul tuo acquisto inviaci un messaggio, ti invieremo un codice sconto personalizzato da utilizzare online oppure presso lo spaccio Pasol di Romano d’Ezzelino.

Per acquistare online i capi di abbigliamento Pasol, collegati al sito cliccando qui: www.pasol.info

Il manubrio da gravel

15 Luglio 2022 by Roberto Leave a Comment

Il manubrio è uno dei componenti più importanti della nostra bicicletta. Vi si appoggiano due dei 5 punti di contatto con il nostro mezzo, le mani.
Nella pratica del gravel il manubrio drop o drop bar, è quello più utilizzato. E’ direttamente derivato dai manubri da strada, ma con numerose varianti a livello di forme e misure, che lo rendono spesso motivo di discussione tra gli appassionati.

Scegliere il manubrio per la gravel bike

Come si “legge” un manubrio drop

Un manubrio drop ha una serie di caratteristiche che possono e devono variare a seconda dell’utilizzo e delle misure antropomorfiche del ciclista.

Larghezza

E’ la misura più importante e considerata da chi decide di cambiare manubrio. Normalmente le biciclette di serie escono con una diversa larghezza del manubrio a seconda della taglia del telaio, poiché si presume che chi misura ad esempio 180 cm di altezza, e quindi ha necessità di un telaio L, abbia anche una determinata larghezza di spalle, e quindi normalmente si monta un manubrio largo 44 cm. Per determinare la larghezza delle spalle, bisogna prendere un metro e misurare la distanza tra la fine delle due clavicole. Parliamo dell’acromion, una protuberanza della scapola dove si collega la clavicola.
La larghezza delle spalle serve a determinare la larghezza del manubrio secondo una tabella che riportiamo di seguito.

Larghezza spalle Larghezza manubrio
Inferiore a 39 cm 38 cm
Da 39 a 41 cm 40 cm
Da 42 a 44 cm 42 cm
Da 45 e oltre cm 44 cm

Nel caso sul manubrio non fosse riportata la misura, si può rilevarla con un metro, misurandone la larghezza da centro a centro del tubo come da immagine.

Larghezza manubrio ciclismo drop

Il drop oil reach

Il drop è l’ampiezza della curva manubrio, rilevata misurando l’altezza del manubrio da centro a centro del tubo.
Il reach è invece in pratica la “profondità” della curva del manubrio, cioè quanto questa si protrae verso avanti rispetto al fulcro centrale del manubrio (attacco).

Drop e reach del manubrio da strada

Il flare

E’ la misura che più interessa a noi appassionati di gravel. Il flare è l’angolo di apertura del drop (la curva) rispetto alla perpendicolare.

Il flare del manubrio drop da gravel bike

Perchè il flare è importante in una gravel bike

La gravel bike è una bicicletta totale, che ci invita ad affrontare percorsi in fuoristrada spesso anche abbastanza impegnativi. Non essendo dotata normalmente di sospensioni, tutto il lavoro di “assorbimento” delle vibrazioni e scossoni, è a carico di gomme, telaio e braccia del ciclista.
Un manubrio più ampio in presa bassa, quella che normalmente si adotta in discesa per migliorare la presa sui freni, ci permette di controllare molto meglio il mezzo. Inoltre un flare molto angolato e un drop stretto, rende più comoda la bicicletta durante i lunghi viaggi.

Manubri gravel, qualche esempio

Con la diffusione della gravel bike, sono apparsi sul mercato manubri di svariate forme e fogge. Dai più tradizionali e caratterizzati solo di un flare di 10-12°, a quelli più estremi che arrivano a 36°. Ci sono poi manubri con forme e appendici particolari, adatti ad usi specifici come lunghi viaggi o gare estreme.
Le aziende americane sono state tra le prime a proporre manubri gravel di forme e fogge curiose, ma ben presto anche i produttori italiani hanno iniziato ad introdurre sul mercato componenti decisamente interessanti e particolari. E’ il caso ad esempio di Deda Acciai, che con il suo manubrio Deda Gera, ha stupito per essere riuscita ad introdurre un'ulteriore curva nella parte alta del suo dop bar.

Manubrio Deda Gera Carbon

Alluminio oppure carbonio?

Scelto il manubrio a seconda delle nostre misure corporee e del reale utilizzo, dobbiamo ora decidere quale materiale prediligere. Dato per scontato che il carbonio è comunque più leggero rispetto all’alluminio (ma anche decisamente più costoso), vediamo di capire come l’una o l’altra scelta, andrà ad influire sulle prestazioni di questo componente.

Manubrio in carbonio

Pro

  • Leggerezza
  • Maggiore resistenza
  • Maggiore capacità di smorzare le vibrazioni

Contro

  • Prezzo più alto
  • Maggiore fragilità (anche se più resistente, si rompe di netto senza piegarsi in caso di forte impatto)

Manubrio in alluminio

Pro

  • Prezzo più accessibile
  • In caso di caduta importante, tende a piegarsi invece che spezzarsi

Contro

  • Peso maggiore
  • Ritorna le vibrazioni che assorbe meno
  • Il tubo di alluminio è limitato nella possibilità di essere “modellato”

Conclusioni

Lo stress al quale un manubrio è sottoposto è molto importante. Almeno il 50% del peso del nostro corpo viene sostenuto da questo componente. Una rottura accidentale e improvvisa del manubrio potrebbe generare una situazione molto pericolosa, con serie conseguenze per il ciclista.
Questo per sottolineare che è forse meglio non andare al risparmio quando scegliamo questo componente, ma piuttosto cercare di puntare su prodotti di marca e quindi certificati, siano essi realizzati in alluminio oppure in carbonio.
Hai qualche esperienza legata ai manubri da raccontare? Lascia i tuoi commenti sotto questo post.

Monocorona o doppia corona in gravel bike?

17 Giugno 2022 by Roberto 5 Comments

Quando la gravel bike è ufficialmente nata, circa 10 anni fa, non c’era nessun dubbio sul tipo di trasmissione che doveva adottare. La gravel bike era pensata per correre veloce su strade sterrate e argini, e quindi era abbastanza semplice pensarla con dei rapporti da bdc, magari un po’ più agili. Una guarnitura 50-34 e un pacco pignoni 11-32, era quanto di meglio si poteva sperare di montare su un mezzo che alla fine era una bici stradale con gomme più larghe e tassellate. Con l’evoluzione di questo mezzo, o meglio di chi lo utilizza, è nata la necessità di avere una rapportatura più adeguata ai terreni che si affrontano nel gravel moderno, nascono i gruppi specifici per il gravel.

Mono corona o doppia in gravel bike

Doppia corona

La doppia corona è stata utilizzata praticamente da sempre per i gruppi stradali, è stato quindi naturale dotare le gravel bike di questo tipo di gruppo. All’inizio la rapportatura non era propriamente adeguata all’impiego fuoristradistico. Un peso maggiore della bicicletta, e gomme decisamente meno scorrevoli della cugina stradale, richiedevano un certo sforzo per fare avanzare il mezzo.
Piano piano quindi si è passati dal 50-34/11-32 al 48-32/11-34 e infine al 46-30/11-34 o 36, questo per quanto riguarda i gruppi specifici gravel.

Monocorona

La gravel bike è mezza bdc certo, ma l’altra metà di questa bicicletta nasconde un’indole da mtb. E’ stato naturale quindi di recente,i cercare di applicare il concetto di monocorona alla gravel bike. Meno componenti, meno peso, meno manutenzione e meno probabilità di guasti, sono stati questi i motivi principali della scelta. Dopo i primi tentativi di passare dalla doppia al monocorona, con quanto il mercato offriva, si è passati a quello che oggi possiamo definire uno standard (Shimano e Sram) e cioè guarnitura da 40T e cassetta 11-42. Rispetto alle prime gravel mono che montavano cassette 11-36 a 10V e guarniture variabili (dal 36 al 44), si è fatto sicuramente un passo avanti, ma questa configurazione non sembra soddisfare ancora pienamente gli utilizzatori attuali. Capita spesso infatti che chi acquista una bicicletta dotata di questi gruppi, si senta limitato in salita, e corra ai ripari sostituendo la guarnitura con un 38T e lavorando sulla cassetta per arrivare ad un 11-46.
Il passo successivo è passare ad un gruppo mtb.

Monocorona da mtb su una bici gravel

Tralasciano i costi per l’acquisto, il modo più semplice per montare un gruppo mtb su una bicicletta gravel è passare direttamente all’elettronico. Tra i gruppi meccanici strada/mtb, esistono dei problemi di compatibilità nel tiraggio leve/deragliatore cambio, ovviabili utilizzando degli adattatori, cosa magari non gradita proprio a tutti.
Per quanto riguarda invece i gruppi elettronici, il problema di compatibilità non sussiste, e in particolare per Sram, installare e configurare un gruppo monocorona su una gravel è molto semplice.

Allora meglio monocorona oppure doppia?

Purtroppo non esiste una risposta unica, ma molto dipende dall’utilizzo che si intende fare e che si farà in futuro della nostra gravel bike.

Vantaggi della doppia corona

Un gruppo pensato per il gravel come ad esempio lo Shimano Grx (46-30 e 11-34), ha teoricamente 22 combinazioni possibili (in realtà sono circa 16-17 quelle utilizzabili), contro le 11, 12 massimo 13 di un monocorona.
Quando parliamo di rapporti si ragiona in termini di sviluppo metrico, cioè di quanto spazio si percorre con un giro completo di pedale.
Lo sviluppo metrico si misura dividendo i denti della corona per quelli del pacco pignoni e poi si moltiplica per la circonferenza della ruota. 
Ipotizzando in questo caso 2220 mm di circonferenza (copertone 700x40), utilizzando un rapporto 30-34 produciamo uno sviluppo metrico di 1,95 mt.
Se modifichiamo il pacco pignoni utilizzando una prolunga per il cambio o montando un deragliatore che supporti pacchi pignoni fino al 42, possiamo arrivare ad uno sviluppo metrico di 1,58 mt. Tutto questo mantenendo un rapporto lungo molto pedalabile. 

Vantaggi del monocorona

Come accennato i vantaggi del monocorona sono:

  • Peso inferiore del gruppo
  • Meno manutenzione
  • Meno possibilità di guasti
  • Costo inferiore rispetto alla doppia
  • Semplicità di utilizzo

Di contro abbiamo per i gruppi pensati per il gravel, uno sviluppo metrico superiore (serve quindi più allenamento) e se apportiamo le modifiche accennate sopra, il rischio di ritrovarci a pedalare a vuoto non solo in discesa, ma anche in pianura.
Un gruppo pensato per il gravel che risolve in parte queste problematiche è il Campagnolo Ekar. Con la sua rapportatura chiamata “Gravel adventure” (sono tre quelle disponibili) cioè 38T di guarnitura e 10-44 per la cassetta, si raggiunge uno sviluppo metrico simile a quello di una doppia pensata per il gravel, come ad esempio lo Shimano Grx.
Se invece si adotta un gruppo da mtb come lo Sram Axs 12 V accoppiato a leve strada, sempre elettroniche, ipotizzando una guarnitura da 38T e una cassetta 10-50, lo sviluppo metrico può arrivare a 1,68 mt.

Riflessioni finali

Al di là delle preferenze o scelte personali, per un utilizzatore medio, non c’è dubbio che a livello di sviluppo metrico e “range” di rapporti disponibili, la doppia corona offre molti vantaggi. Il monocorona può essere una buona scelta quando è in versione mtb.
Questo solo per riassumere, ma va da sè che le variabili possono essere molte, come ad esempio il livello di allenamento, se viaggiamo in bikepacking, ecc.
Detto questo lasciamo ora spazio a voi con le vostre esperienze e i vostri consigli che potete scrivere qui sotto!

Gel energetici in gravel bike, servono?

2 Giugno 2022 by Roberto Leave a Comment

In un mondo come quello degli appassionati gravel, dove l'alimentazione equilibrata è fatta di birre artigianali e panini con la salsiccia, ha senso parlare di gel energetici e integratori ad assimilazione rapida?
Partiamo dal presupposto che chi pedala in gravel bike, quasi sempre lo fa per il piacere di pedalare, per scoprire nuovi percorsi e tornare ogni volta a casa con la sensazione di avere vissuto un’avventura.
Questo significa pedalare spesso sotto soglia (quando la pendenza lo permette) per avere sempre una riserva di energie da utilizzare in caso di imprevisto, e quindi con tutto il tempo per alimentarsi e idratarsi nel modo corretto.
Ma capita a volte, magari dopo aver pedalato per molte ore e per molti metri di dislivello, che le gambe stentino a seguire il cervello e si sente la necessità di trovare quella carica che ci permetta di superare quegli ultimi 500 D+ o fare quei 20-30 km che mancano alla fine del giro o della tappa di giornata. E’ proprio in queste occasioni che un gel energetico a rapida assimilazione, può venirci in aiuto.

Gel energetici Volchem

Come funzionano i gel energetici?

I gel energetici a rapida assimilazione sono una sorta di “boost” per il nostro corpo, da prendere per saziare quella fame energetica che colpisce chi si cimenta in sforzi fisici importanti.
Quando facciamo fatica, i nostri muscoli consumano tutte le scorte di glicogeno che abbiamo immagazzinato nel nostro corpo e che sono in media circa 2000 kcal.
L’allenamento ci permette di abituare il nostro corpo ad utilizzare anche le forme più grezze di energia (come i grassi ad esempio), ma quando si arriva al limite il modo più veloce per saziare la nostra fame energetica, è introdurre nell'organismo una fonte di energia rapida, efficace e facile da digerire.

Da quali elementi sono composti i gel energetici?

I gel sono composti principalmente da carboidrati, come le maltodestrine derivate dal mais che forniscono energia rapidamente senza produrre però quel picco glicemico nel sangue tipico degli zuccheri semplici.
Questo aspetto è fondamentale per non ritrovarci dopo poco nelle stesse condizioni, o addirittura peggiori, di quando abbiamo assunto il nostro integratore.
Inoltre i gel sono composti anche da sodio, sostanza utile a migliorare l’assorbimento del gel stesso e ad reintegrare i sali minerali persi durante l’esercizio fisico e da vitamina C, che riduce la formazione di radicali liberi e quindi l’affaticamento muscolare.

Come usare quindi i gel nella pratica della gravel bike?

I gel energetici si possono assumere sia prima che durante l’attività fisica.

Prima dell'attività fisica

Utilissimi da assumere se non si ha avuto il tempo di fare un pasto sufficiente durante la giornata, oppure se il pasto è stato consumato molto prima dell’uscita.

Durante l'attività fisica

Alimentarsi ad intervalli regolari durante le nostre uscite è fondamentale, ma a volte non è sempre possibile oppure non basta. Ecco allora che avere un gel energetico con sé, magari ben riposto nella nostra top tube, può risolvere una situazione “complicata” e permetterci di arrivare a casa, oppure alla fine della tappa, in buone condizioni fisiche o tiraci fuori dai guai.

Molte delle informazioni per redigere questo articolo, sono state tratte dal sito Volchem, produttore italiano di integratori alimentari e supporter del progetto Into Prealps. Per ottenere uno sconto di 5 € sui prodotti Volchem, iscriviti alla nostra newsletter!

Passato, presente e futuro dei freni a disco sulla gravel bike

19 Maggio 2022 by Roberto 2 Comments

Agli albori dell’introduzione dei freni a disco, il freno meccanico era praticamente la norma.
Shimano ci aveva già provato nel lontanissimo 1974 a lanciare questo tipo di freno sul mercato, ma il risultato fu un flop clamoroso.
Per lungo tempo i freni a disco furono appannaggio di pochissimi ciclisti e proposti perlopiù, da produttori artigianali. Verso i primi anni del 2000 però il vento cambiò. Il freno a disco iniziò ad essere adottato sulle mtb come una standard; prima solo sui modelli di alta gamma e poi anche su quelli più economici.
Il passaggio alla Bdc dei freni a disco fù invece decisamente più lento, tanto che ancora oggi qualche ciclista, appassionati e professionisti, provano ad opporre resistenza a questa innovazione che ormai non è più una scelta.

I freni a disco sulla gravel bike

Per la gravel bike le cose sono andate in modo diverso. Nata ufficialmente nel 2012, la gravel bike viene proposta fin da subito con freni a disco, meccanici per le versioni di media e bassa gamma, idraulici per l’alta gamma. Con il tempo l’idraulico prende sempre più piede, tanto che oggi quasi tutte le gravel bike proposte sul mercato, sono dotate di questo sistema. Ma malgrado tutto questo, ancora oggi il freno a disco meccanico è motivo di discussione.
Vediamo allora pregi e difetti di questo dispositivo rispetto alla versione idraulica.

Pro dei freni a disco meccanici

Non necessita di leve freno appositamente studiate, normalmente molto costose.
Ha una manutenzione semplice.
E’ più leggero del sistema idraulico.

Contro dei freni a disco meccanici

La potenza di questo impianto non è modulabile, per ottenere il massimo delle prestazioni è necessario usare tutto il braccio di leva (presa bassa).
E’ necessario recuperare costantemente il gioco delle pastiglie causato dall’usura delle stesse.

Lo stato dell'arte dei freni a disco meccanici

Sembra che in Europa, ma in particolare in Italia, i freni a disco meccanici siano poco popolari, spesso classificati come inefficienti e “poco seri”. Basta varcare però l’Oceano per accorgessi che molte piccole aziende che producono gravel anche di alta gamma, hanno ancora una certa predilezione per questo tipo di sistema, soprattutto quando si tratta di biciclette pensate per i viaggi o gli eventi in bikepacking.
Ma non solo, oltre ai classici freni meccanici prodotti da Trp, Promax, Tektro, Avid, ecc, ci sono realtà come Paul che producono pinze meccaniche semplici, leggerissime ed efficienti, e con un prezzo paragonabile a quello di una coppia di leve e pinze idrauliche.

Freni meccanici artigianali Paul Klamper

La scelta delle pinze meccaniche in questo caso è sicuramente data dalla poca manutenzione necessaria e dalla facilità di riparazione, alla portata di qualsiasi ciclista o meccanico che si può incontrare lungo il percorso. Inoltre i ricambi necessari da portare sono semplici e leggeri come un filo del freno e una coppia di pastiglie, invece di contenitori di olio, imbuti, tubicini, ecc.

I freni a disco “ibridi”

A porre un po’ di calma nella polemica meccanici o idraulici, sono arrivati da qualche tempo i freni ibridi. Si tratta di pinze ad azionamento meccanico (leva per freni caliper) che comandano una pinza dotata di un piccolo serbatoio e un pistoncino idraulico.
I più conosciuti sono certamente i Trp Hy/Rd, i Juin tech e i molti “cloni” di provenienza orientale, magari non bellissimi, ma sicuramente economici e anche efficienti.
Anche il mondo del freno ibrido ha comunque le sue eccellenze, come ad esempio le pinze prodotte dalla Yokozuna Ultimo e dotate di 4 pistoncini che promettono grande potenza, ma con un costo decisamente importante.

Pinza a 4 pintoncini Yokozuna Ultimo

Le pinze ibride, rispetto a quelle meccaniche, hanno il vantaggio di essere maggiormente modulabili, e avere una potenza che si avvicina a quelle di  un idraulico.
Lo svantaggio invece può essere nella resistenza allo stress, visto che il poco olio contenuto si trova tutto nella pinza, punto che raggiunge altissime temperature. Può quindi succedere che questo vada velocemente in ebollizione, riducendo in modo importante l'efficienza dell’impianto.

Il futuro dei freni a disco

Lo scorso anno Shimano ha depositato un brevetto di freni a disco elettronici. Sostanzialmente hanno riproposto quanto introdotto con il cambio elettronico wireless, sostituendo la pompa idraulica alla leva con un “sensore” e il tubo idraulico con un sistema wireless che comanda un motorino posto sulla pinza che muove a sua volta una pompa idraulica.
Quando arriverà sul mercato questa novità non si sa ancora, ma probabilmente si tratterà di attendere solo qualche anno prima di vedere finalmente un manubrio sgombro da qualsiasi tipo di cavo, e pedalare su un mezzo completamente gestito dall’elettronica.

Raccontaci nei commenti la tua esperienza, e quali pensi sia il futuro di questo importante componente della bicicletta.

Occhiali da ciclismo, ecco cosa dobbiamo sapere

15 Aprile 2022 by Roberto Leave a Comment

Dopo il casco, l’occhiale è senza dubbio uno degli accessori più importanti per il ciclista. Protegge infatti gli occhi, organo fondamentale quanto delicato, da vento, sole, polvere ed eventuali corpi estranei che potrebbero provocare danni molto seri alla vista.

Con la nascita del ciclismo, è nata l’esigenza di proteggere gli occhi dai corpi estranei che irrimediabilmente vengono sollevati in aria dal vento e dai mezzi che ci precedono, oltre che da eventuali ostacoli incontrati sul nostro percorso. Inizialmente si usavano occhiali pensati per altre attività, come ad esempio quelli da aviatore, realizzati in pelle e vetro. Servivano soprattutto per proteggere gli occhi dalla polvere e dai sassi presenti in praticamente tutte le strade dove si svolgevano le gare ciclistiche.
Nel secondo dopoguerra le cose cambiano, iniziano ad arrivare i primi occhiali da sole come i Ray-Ban, che venivano usati anche dalle star del cinema.
Da lì a poco, le stesse aziende che producono normali occhiali da sole, iniziano a creare modelli pensati per lo sport. Occhiali realizzati con materiali plastici (prima erano di osso e vetro), quindi più elastici e resistenti, vengono pensati per sport come lo sci, alpinismo e nautica. Di lì a poco l’occhiale da sole si diffonde anche tra i praticanti ciclisti, e le aziende del settore iniziano a produrre i primi modelli specifici. Montature in materiali super resistenti e morbidi, lenti infrangibili, piccoli accorgimenti per limitare i problemi causati dalla sudorazione, e appaiono occhiali con montature e lenti, realizzati in colori “sgargianti”.
L’occhiale quindi finalmente si evolve, cambia e diventa moda, anche nel ciclismo.

Demon occhiali da ciclismo
Foto by Demon occhiali

Ma nella pratica del gravel è necessario avere un occhiale particolare?

La risposta veloce sarebbe no, ma se andiamo a vedere bene come viene utilizzata la gravel bike, qualche caratteristica particolare gli occhiali per un utilizzo gravel dovrebbero averla.

  1. Lente fotocromatica

    Inventata intorno alla metà degli anni 60, la lente fotocromatica è stata utilizzata nello sport soprattutto a partire dalla metà degli anni 80, quando il processo di fotocromatismo è stato finalmente applicato anche ai materiali sintetici (prima si applicava solo al vetro).
    Nella pratica del gravel si passa spesso dal forte sole alla penombra dei boschi, fino addirittura al buio totale di eventuali gallerie che possiamo incontrare lungo il percorso. Inoltre non è così raro che gli appassionati di gravel, rientrino dalle loro avventure al tramonto anche inoltrato. In questi casi una buona lente fotocromatica 1-3, che quindi passi da una protezione ottimale in pieno sole ad una leggera ambratura che permette di tenere gli occhiali indossati anche in piena notte, è decisamente la scelta ideale.

  2. Trattamento anti appannamento

    Pedalare con una gravel bike significa spesso sudare molto. L'appassionato gravel non si risparmi e non bada molto al peso della bici, trasporta spesso borse anche per giri di giornata, se questi sono lunghi. Inoltre i cambi di temperatura sono abbastanza frequenti, perchè si passa dalla pianura, calda e afosa, ai climi più freschi della montagna, anche più volte in un giorno.
    Le lenti ideali per il gravel dovrebbero quindi avere un trattamento anti appannamento all’interno della lente, per evitare la fastidiosa e pericolosa condensa che si forma a causa del contrasto tra la temperatura del nostro corpo e l’aria esterna più fresca. Un trattamento antiappannamento ha una durata di circa due anni, ma è possibile acquistare degli appositi spray da applicare prima di ogni uscita che puliscono la lente e la rendono immune a questo fenomeno.

  3. Montatura comoda e leggeraLa montatura dell’occhiale ha il compito di mantenere in posizione le lenti senza provocare fastidi e dolori a naso e orecchi, unici punti di contatto tra occhiali e viso. Una montatura leggera (il peso di un occhiale sportivo dovrebbe aggirarsi intorno ai 30-40 grammi) e ergonomica concorrono a dimenticarsi di avere gli occhiali indossati. Se oltre a queste caratteristiche, i nostri occhiali sono dotati anche di un nasello regolabile, avremmo sicuramente un occhiale altamente adattabile alla nostra fisionomia. Alcuni occhiali sono dotati anche di particolari aperture poste sulla lente o sulla montatura, per mantenere aerata la zona coperta dall’occhiale e ridurre la sudorazione.
Demon lente fotocromatica
Foto by Demon occhiali

Occhiali con clip per lente correttiva

Purtroppo non tutti hanno una vista perfetta, e proprio per questa categoria di ciclisti, esistono degli occhiali sportivi con lenti graduate.
E’ possibile realizzare degli occhiali con la lente graduata, ma questo comporta costi importanti, sia nella prima fase di creazione della lente, ma anche nel caso di sostituzione per correggere ulteriormente il nostro deficit visivo.
La soluzione ottimale è quindi la clip interna. Alcuni occhiali sportivi sono dotati infatti di un “attacco” dov’è possibile fissare una clip. La clip è una piccola montatura, dove vanno posizionate le lenti correttive. La clip viene poi agganciata all’occhiale creando un corpo unico con questo e invisibile dall’esterno.
I vantaggi della clip sono prima di tutto il costo, molto più basso rispetto ad una lente vera e propria (la realizzazione delle lenti va dai 30 ai 60 euro circa) e poi una maggiore versatilità dell’occhiale che in questo modo, solo togliendo la clip, può essere usato con delle normali le lenti a contatto.

Occhiale da ciclismo con clip lente correttiva
Foto by Demon occhiali

Pulizia degli occhiali da ciclismo

Gli occhiali da ciclismo si sporcano molto di più degli occhiali da sole o da vista che utilizziamo tutti i giorni. Sudore, polvere, residui di pioggia e fango si attaccano alla lente, con conseguente peggioramento della visibilità e quindi del livello di sicurezza. I moderni occhiali, dotati di trattamenti come la lente fotocromatica e di trattamento antiappannamento, hanno bisogno di una cura particolare, perchè le loro caratteristiche durino tempo. Vediamo quindi ora, quali sono le accortezze da usare per avere sempre un paio di occhiali efficienti e puliti.

  1. Gli occhiali da ciclismo andrebbero puliti dopo ogni uscita, per evitare la formazione di sporco difficile da togliere, e la conseguente formazione di batteri. Un consiglio è quello di pulire gli occhiali appena rientrati dall’uscita, così da trovarli pronti la volta successiva.
  2. La pulizia dell’occhiale non andrebbe mai fatta utilizzando fazzoletti, panni in cotone o altro. Le lenti degli occhiali sono molto sensibili, e utilizzare un materiale troppo aggressivo per pulirli, potrebbe provocare un danneggiamento della lente e del trattamento antiappannante. Per pulire gli occhiali da ciclismo si consiglia di usare quindi solo panni in microfibra e acqua tiepida. Panni in microfibra sporchi e acqua troppo fredda o calda, potrebbero danneggiare per sempre il trattamento della lente. Ricordarsi di pulire anche la montatura per eliminare i residui di sudore ed evitare la formazione di sporco e batteri.
  3. Detersivi e saponi, anche se neutri, possono causare un veloce deterioramento della lente. Usare sempre e solo acqua tiepida per la pulizia. Per pulire accuratamente le parti della montatura più nascoste, come ad esempio il nasello, potete aiutarvi con uno spazzolino da denti, facendo ben attenzione a non strisciare la lente.

E tu che esperienza hai con gli occhiali da ciclismo? Ti piacerebbe raccontarcela?
Se vuoi, puoi lasciare un commento qui sotto.

Molte delle informazioni per redigere questo articolo, sono state tratte dal sito Demon, produttore italiano di occhiali sportivi e supporter del progetto Into Prealps.

Arriva il caldo, idratiamoci bene!

31 Marzo 2022 by Roberto 6 Comments

Con l’arrivo della primavera l’aria si fa più tiepida, si inizia a sudare sul serio!
La sudorazione è un processo utile e indispensabile per il nostro organismo, che ci fa espellere acqua, attraverso i pori della pelle, ma anche quei preziosi sali minerali, tanto utili a regolare le numerose funzioni del nostro organismo.

Cosa succede quando sudiamo

Come già sappiamo, i sali minerali non sono in grado di fornire al nostro corpo energia “pura”,  che però senza di essi, non sarebbe in grado di attivare quelle reazioni chimiche necessarie per renderlo efficiente.
Quando facciamo uno sforzo fisico generiamo calore proprio come un motore termodinamico. Per contrastare questo aumento di calore e non collassare, il nostro corpo attiva la sudorazione, un sistema naturale di termoregolazione che, attraverso l’espulsione di liquidi  (acqua per la maggior parte) cerca di mantenere l'organismo alla giusta temperatura di esercizio. Si è potuto constatare che una persona normale, durante uno sforzo fisico ad alte temperature, è in grado di espellere fino ai 4 litri d’acqua all’ora e insieme a questa anche i preziosi sali minerali.

Sudorazione-sali-minerali-volchem

Da quali sostanze è composto il sudore 

Il sudore è composto dal 98% da acqua, il restante 2% è invece quasi tutto costituito da cloruro di sodio (sale) e da altre secrezioni organiche come acido lattico, creatinina, acido urico, urea, magnesio, potassio e calcio.
I sali minerali si dividono in due grandi categorie, microelementi e macroelementi.

I macroelementi, presenti in quantità maggiore sono: 

  • calcio
  • fosforo
  • sodio
  • potassio
  • magnesio
  • cloro
  • zolfo

Sono fondamentali per la buona salute di ossa e denti, la muscolatura, il sistema nervoso e per il corretto funzionamento del metabolismo.

i microelementi sono invece presenti solo in piccola quantità e sono:

  • rame
  • ferro
  • fluoro
  • zinco
  • iodio
  • selenio
  • magnese
  • silicio
  • cromo
  • cobalto
  • nichel
  • vanadio

Hanno lo scopo di mantenere l'attività degli enzimi, della milza e del fegato.

Cosa fare quando fa caldo e facciamo attività fisica

La disidratazione è la principale causa di stanchezza, ed è sufficiente perdere il 2% dei liquidi del nostro corpo per risentirne.
Quando si fa uno sforzo prolungato con temperatura elevate, è necessario integrare costantemente i liquidi persi con acqua e sali minerali, ma non solo. E’ fondamentale non sentire mai la sensazione di sete, perchè questo segnale indica che il nostro corpo è già in sofferenza. Possiamo quindi anticipare questo momento, bevendo ad intervalli regolari, anche quando non ne sentiamo la necessità.

Cosa significa bevanda isotonica, ipotonica e ipertonica

Un fattore poco conosciuto che riguarda gli integratori di sali minerali e la osmoralità. Vediamo di spiegare cos’è.
L’osmolarità indica la concentrazione di un prodotto, e quindi la capacità da parte del nostro organismo di riuscire ad assorbirla in tempi più o meno rapidi. 

Bevanda ipertonica

E’ una bevanda con una concentrazione di sali minerali alta (pressione osmotica superiore a quella del sangue) e che verrà assorbita lentamente dal nostro organismo.
E’ una bevanda energetica, e va presa a piccoli sorsi lontani tra loro, per evitare un effetto lassativo.

Bevanda isotonica

E’ una bevanda con una concentrazione di sali minerali media (pressione osmotica uguale a quella del sangue). Ha un assorbimento medio ed è una bevanda sia idratante che energetica

Bevanda ipotonica

E’ una bevanda con una concentrazione di sali minerali bassa (pressione osmotica inferiore a quella del sangue). E’ di veloce assorbimento ed ha potere idratante.

Quindi quando ci alleniamo o durante una gara, l’ideale è che Il nostro integratore di sali minerali abbia una pressione osmotica media o bassa (isotonia o ipotonica), in modo che venga assorbito in tempi minori durante l’esercizio fisico e non crei fastidi a stomaco e intestino.
La concentrazione salina di un integratore di sali minerali dovrebbe quindi oscillare tra 200 e 330 mOsm/kg H20.
Ultimo fattore, ma non meno importante, da tenere in considerazione quando si parla di integratori di sali minerali, sono i carboidrati. Abbiamo già detto che i sali minerali non forniscono energia al nostro corpo, ma che agevolano i meccanismi che permettono ai nostri muscoli di essere efficienti. Se l’integratore che assumiamo, contiene al suo interno una corretta quantità di carboidrati, aggiungeremo alla nostra bevanda anche una preziosa fonte energetica, andando così a migliorare le nostre prestazioni.

Come vanno assunti gli integratori di sali minerali

Al contrario di quanto si pensa, chi fa un’attività intensa come ad esempio il ciclismo, dovrebbe integrare i sali minerali persi, non solo durante lo sforzo fisico, ma anche prima e dopo.
Ecco un esempio di quantità e frequenza di assunzione di sali minerali per un allenamento o gara.

  • Prima dell'esercizio: 1-2 bicchieri (125-250 ml);
  • Durante l'esercizio: 1-2 sorsi ogni 15-30 minuti in rapporto alle condizioni climatiche e all'intensità dello sforzo;
  • Dopo l'esercizio: 2-4 bicchieri (250-500 ml).

Ecco le corrette quantità di integratore Volchem Isodrink da utilizzare per ottenere una bevanda isotonica, ipotonica oppure ipertonica, a seconda dell’utilizzo che dobbiamo farne.

Effetto reidratante (bevanda ipotonica) e quindi massimo assorbimento di acqua
Meno di 30 g di Isodrink ogni 500 ml di acqua

Effetto idratante ed energetico (bevanda isotonica)
30 g di Isodrink ogni 500 ml di acqua

Effetto energetico (bevanda ipertonica)
Oltre 30 g di Isodrink ogni 500 ml di acqua da assumere a sorsi lontani tra loro per non rischiare effetti lassativi.

Molte delle informazioni per redigere questo articolo, sono state tratte dal sito Volchem, produttore italiano di integratori alimentari e supporter del progetto Into Prealps. Per ottenere uno sconto del 30% sui prodotti Volchem, iscriviti alla nostra newsletter!

Vuoi raccontarci la tua esperienza relativa all'idratazione. Scrivi un commento qui di seguito!

 

Il futuro di Into Prealps, risultati del sondaggio

28 Marzo 2022 by Roberto 2 Comments

Nelle scorse settimane, abbiamo proposto un sondaggio ai nostri followers. Hanno risposto 120 persone (circa il 6% dei contattati), ma abbiamo comunque ottenuto indicazioni interessanti che ci hanno fatto riflettere e che riteniamo utili per capire a quali argomenti dedicare più spazio, attenzione e sforzi.
Ecco di seguito le domande e qualche riflessione.

Sondaggio

Quali contenuti ti piacerebbe vedere pubblicati?

Il 60,5% ha risposto “Consigli sul mondo gravel e viaggi”
Il 34,5% “Storie e luoghi della provincia di Vicenza”
Il 5% “Recensione di prodotti per il ciclismo”

Commento

Da alcuni mesi abbiamo iniziato a pubblicare articoli sul mondo gravel che potete già leggere nel nostro blog. Li promuoviamo attraverso la  newsletter e la pagina Facebook, ma sono sempre disponibili per tutti online.
Sono scritti prendendo spunto soprattutto dalla nostra esperienza diretta (Walter e Roberto) e tenendo conto delle tendenze del momento, per le quali siamo sempre aggiornati.
Qui il link al blog per leggere tutti i nostri articoli.

Percorsi di giornata, tipologia e difficoltà

Abbiamo posto tre domande riguardo i percorsi di giornata, chiedendo quale lunghezza, dislivello e percentuale di asfalto dovrebbero avere.
Ecco le risposte ottenute:

Lunghezza: tra i 50 e i 100 km
Dislivello: tra i 500 e i 1000 metri d+
Percentuale asfalto/sterrato: tra il 50% e il 70% di sterrato

Commento

In linea di massima stiamo già soddisfacendo le richieste almeno di chi ha risposto al sondaggio. Partendo i nostri giri di giornata quasi sempre da Vicenza, può capitare che i tratti in asfalto siano maggiori di quelli sterrati. Questi tratti sono normalmente sono quelli di avvicinamento e di rientro da quello che è il "cuore" dell’anello.
Nel campo di "risposta libera" ci sono arrivati interessanti suggerimenti che certamente applicheremo nel creare i prossimi anelli di giornata.

A quale tipo di eventi ti piacerebbe partecipare?

Il 69,6% ha risposto "Eventi di giornata aperti a tutti con iscrizione e pagamento quota giornaliera"
il 20% "Evento di due giorni, organizzato comeuna pedalata sociale, conpernottamento tutti insieme presso lostesso luogo (alloggio, tenda o bivacco)e serata organizzata con cena,conferenza, ecc"
Il 10,4% "Eventi di giornata riservati ai soli sostenitori di Into Prealps"

Commento

Non c’è dubbio che gli appassionati gravel cerchino i classici eventi di giornata. Il calendario gravel, in particolare in quest’ultimo anno, si è arricchito a dismisura di eventi giornalieri e di più giorni in bike packing.
Riteniamo francamente che aggiungere un ulteriore evento “classico” al già iper nutrito calendario gravel, non farebbe in nessun modo la differenza. Se un giorno decideremo di approcciarci agli eventi gravel, lo faremo sicuramente in modo diverso, cercando di proporre un qualcosa che possa fare la differenza, sia nella forma che nella sostanza.

Trasformare Into Prealps in una associazione sportiva, ti iscriveresti?

69% Si
31% No

Commento

La domanda era legata soprattutto all’eventualità di creare eventi di giornata riservati ai soli sostenitori di Into Prealps. Avendo ricevuto solo un 10% di consensi nella parte relativa agli eventi, la possibilità di creare una Asd con questo scopo è stata messa da parte, almeno per il momento. Vedremo in seguito come si evolverà la situazione.

Hai qualche richiesta, domanda o commento da proporci?
Fallo compilando il form che trovi qui sotto 😉

Gravel bike e bambini

15 Marzo 2022 by Roberto Leave a Comment

La gravel bike è un fenomeno sicuramente da “grandi”, lo dimostrano i dati che parlano di un target che va dai 35 ai 55 anni e oltre.
Pedalare in gravel bike significa spesso stare in sella per molte ore e percorrere molti km su percorsi raramente “adrenalinici” sotto l'aspetto tecnico.
Ha senso quindi pensare alla gravel bike come un modo per avvicinare i bambini al mondo della bicicletta?

IMG_3532

IMG_3532
Immagine 1 di 8

Il rapporto tra il bambino e la bicicletta

Per il bambino la bicicletta è un bellissimo gioco che gli permette di imparare la coordinazione, l’equilibrio e prendere confidenza con il proprio corpo.
Nella mente del bambino non esiste la "soddisfazione" di fare fatica, come invece succede negli adulti. Un bambino ha bisogno di divertirsi, giocare e socializzare in qualsiasi situazione e attività svolga. Per costituzione fisica, il bambino non è in grado di sostenere un impegno fisico prolungato, il suo corpo è predisposto per sforzi intensi ma di breve durata. Ha però dalla sua, una capacità e velocità di recupero molto elevata, impensabile per noi adulti.
Se decidiamo quindi di programmare un’uscita in bicicletta con i nostri figli, dobbiamo tenere conto dei fattori sopra elencati e utilizzare qualche trucchetto per rendere l’uscita piacevole e divertente.
Innanzitutto pianificare bene il percorso, che dovrà essere stimolante sotto l’aspetto paesaggistico e avere uno o più obiettivi, a seconda della lunghezza.
Il principale obiettivo di un percorso è il punto di arrivo, che potrà essere un laghetto dove fare una lunga pausa, un bar dove fare merenda, una gelateria dove mangiare un enorme gelato, ecc.
inoltre, lungo il percorso dovremmo cercare di fissare altri piccoli obiettivi che possono essere un recinto di cavalli dove fermarsi ad osservarli e accarezzarli, un guado da attraversare, un facile single track da fare a tutta velocità, ecc.
Come detto all’inizio il bambino è in grado di sostenere uno sforzo intenso ma di breve durata. Ricordiamoci quindi di fare una piccola pausa ogni 15-30 minuti (il periodo di tempo dipende molto dal livello di allenamento del bambino) e di portare sempre con noi dei piccoli premi come un biscotto, una caramella, un frutto, ecc.
Ogni due pause lasciamogli anche del tempo per giocare, osservare e comunque distrarsi e recuperare la fatica.

Gravel per bambini

Le gravel bike per i bambini

Attualmente sul mercato vengono proposti alcuni modelli di gravel bike per bambini. Il limite di queste biciclette sono almeno due, l’età di utilizzo che va normalmente dai 7 ai 10 anni, e la difficoltà nel reperirle per via dei pochi esemplari prodotti e per il fatto che spesso il distributore (sono tutte biciclette prodotto all'estero) non le tiene a magazzino per via della scarsa domanda.

Khs Grit 24

Gravel bike con telaio in alluminio e forcella in acciaio con attacchi per cage. Monta ruote da 24” per 1.5” ed è dotata di monocorona 36/11-36, rapportatura questa adatta per percorsi poco impegnativi.

Khs

Bombtrack Beyond Junior

Una gravel bike con telaio e forcella in acciaio, con attacchi per cage e ruote da 24”x1.9”. Un prodotto molto interessante e ben realizzato. Dotata di monocorona, ha rapporti adeguati (32 e 11-42) per un bambino, che è così in grado di superare anche brevi salite ma impegnative.

Bombtrack

Salsa Jouneyman 24

Questa gravel bike ha telaio in alluminio e forcella in acciaio con attacchi per cage. Monta ruote da 24” per 1.85” ed è dotata di monocorona 36/11-42.

Salsa

Scott Gravel 400

E’ dal 2019 che la Scott propone una bicicletta gravel da bambino. Ha telaio e forcella in alluminio, ed è l’unica gravel dotata di doppia corona (bella esteticamente ma poco utile per un bambino). Il rapporto più agile da utilizzare in salita è un 34/34, adatto per affrontare brevi salite ma non troppo impegnative.

Giant TCX Espoir 26

L’unica “gravel” da ragazzi (10-13 anni). Ha ruote da 26” ed è adatta a percorsi in terra battuta e gare ciclocross della categoria giovanile.
Geometrie non estreme, quindi comode, con telaio e forcella in alluminio. Monta ruote 26”x 33 mm, ma può ospitare anche gomme più larghe. E’ dotata di monocorona da 36 denti e una cassetta 11-32 adatta per brevi strappetti, ma non per salite impegnative.

Giant

Conclusioni

Negli ultimi anni i produttori di biciclette hanno provato a proporre delle gravel per bambini nella fascia 7-10 anni, biciclette con ruote da 24”, ben assemblate per il tipo di utente al quale si rivolgono. I prezzi di queste biciclette si attestano tutti intorno al migliaio di euro.
Non dobbiamo dimenticare però che gravel più che un bezzo, è un modo di vivere la bicicletta. Per passare del tempo di qualità con i propri figli, non è necessario quindi spendere cifre da capogiro, è sufficiente una mtb in buono stato, un percorso stimolante e adatto alle sue capacità fisiche del bambino, e tanta voglia di divertirsi tutti insieme.
Hai esperienze di uscite in bicicletta con tuo figlio? Vuoi raccontarcele lasciando un commento? 

 

 

Esiste la gomma perfetta per la gravel bike?

14 Marzo 2022 by Roberto 2 Comments

Uno degli argomenti “caldi” tra gli appassionati di gravel, è certamente quello legato agli pneumatici.
Tralasciando il fatto se sia meglio montarli tubeless o con camera d’aria, argomento già trattato in questo articolo, rimane il problema di quale tipo di gomma scegliere e di quale larghezza.
Se parliamo di disegno, possiamo dividere le gomme da gravel bike in almeno quattro categorie: slick, ibride, ibride tassellate e per fondi bagnati.

Gomme da gravel bike

Le gomme slick da gravel bike

C’è stato un periodo in cui questo tipo di gomma era parecchio in voga tra gli appassionati, oggi questo tipo di gomma si vede meno, ma rimane comunque una buona opzione per chi pratica un gravel "leggero". Le click sono gomme sostanzialmente lisce, ma con una leggera zigrinatura che aiuta a migliorare il grip fuori dalle strade asfaltate. Le gomme click da gravel sono proposte anche con larghezze importanti.

Pro
Sono gomme che hanno un’ottima scorrevolezza su asfalto e con le quali si possono affrontare con grandi soddisfazioni, lunghi tratti di strade in ghiaia ben battuta.

Contro
Appena si esce dalla tipologia di terreni sopra citati, la gomma entra subito in crisi, mostrando tutti i suoi limiti.

Le gomme ibride da gravel bike

Sono le gomme che vanno per la maggiore. Hanno una fascia centrale con tasselli appena pronunciati e molto ravvicinati, mentre ai due lati sono presenti tasselli più alti e distanziati, per una maggiore aderenza in curva.

Pro
E’ una gomma che si adatta bene ad ogni terreno, scorrevole su asfalto quanto basta e con una buona tenuta su fondi asciutti, anche abbastanza impegnativi.

Contro
Non sono adatte per terreni bagnati e fango, dove dimostrano rapidamente tutti i loro limiti.

Gomme ibride da gravel bike

Le gomme ibride tassellate da gravel bike

E’ una categoria di gomme che di recentemente ha destato l’interesse degli appassionati. Sono gomme con tasselli pronunciati che però nel centro si avvicinano, quasi a formare una fascia continua. Sono meno scorrevoli su asfalto rispetto alle gomme ibride, quindi sono indicate per chi fa percorsi più sbilanciati verso il fuoristrada, anche abbastanza estremo.

Pro
Ottimo grip in fuoristrada, soprattutto su terreni secchi e molto accidentati.

Contro
Su asfalto sono poco scorrevoli, mentre su fondi bagnati e soprattutto sul fango, non dimostrano quanto il disegno aggressivo del battistrada sembra promettere.

Gomme ibride tassellate da gravel bike

Le gomme per fondi bagnati da gravel bike

Esistono delle gomme da gravel, anche se non sono moltissimi i modelli proposti, pensate per per affrontare terreni fangosi. Queste gomme sono caratterizzate da tasselli molto alti per affondare nel fango, e distanziati tra loro in modo che la gomma si possa ripulire velocemente. 
In ogni caso, in alternativa a queste gomme, chi dispone di una gravel che può montare pneumatici anche da 2” e oltre, può rivolgere la propria attenzione verso gomme pensate per l’uso mtb.

Pro
L’aderenza su fondi bagnati e fangosi è certamente significativa, donando maggiore sicurezza nella guida su questo tipo di terreni. Anche su fondi secchi e molto mossi, l’aderenza continua essere notevole.

Contro
Su asfalto e ghiaia ben battuta il disegno e la sezione si fa sentire. La scorrevolezza ne risente considerevolmente, come anche l’impegno fisico necessario per mantenere i ritmi abituali.

Gomme da fango per gravel bike

Quali larghezza dovrebbero avere le gomme da gravel bike?

Solo qualche anno fa, non erano molte le gravel bike in grado di accogliere gomme più larghe di 35 mm. Questo perchè la gravel è nata per correre su strade bianche, e non si prevedeva potessero essere usate anche su strade sterrate di montagna e single track da mtb. Sulle moderne gravel bike è oggi possibile montare gomme di larghezze molto importanti, che possono arrivare anche ai 50 mm.
Da un piccolo sondaggio che noi di Into Prealps abbiamo condotto nel nostro gruppo, ma anche da quanto percepiamo frequentando appassionati, pagine web e gruppi dove si parla di gravel bike, sembra che la dimensioni degli pneumatici più utilizzati attualmente, sia tra i 38 e i 42 mm.

Per concludere

Per concludere possiamo affermare che attualmente le gomme gavel più utilizzate sono le gomme ibride, anche se si nota un crescente interesse per le gomme ibride tassellate.
Per quanto riguarda le dimensioni, le gomme da 40 e 42 mm sembrano essere quelle che più utilizzate tra gli appassionati di gravel.
E’ importante però chiarire che la gomma da sola non può fare miracoli. E’ fondamentale per l’appassionato gravel sperimentare diverse situazioni, lavorare per migliorare la propria tecnica di guida e acquisire un po’ di sensibilità per capire quale pressione utilizzare a seconda dei terreni che si affrontano, del carico e del proprio peso.

Vuoi raccontarci la tua esperienza a proposito di gomme da gravel bike?
Lascia qui i tuoi commenti!

  • Go to page 1
  • Go to page 2
  • Go to page 3
  • Go to Next Page »

Footer

SPONSOR

Pasol Vivi Fuori - Abbigliamento ciclismo
Stans No Tubes
Demon occhiali sportivi
Volchem Integratori Alimentari Energetici
Nordcruz borse da bikepacking fatte a mano in Italia
Crono scarpe da ciclismo

PARTNER E PATROCINI

In collaborazione con Confcommercio Vicenza
In collaborazione con EasyVI Portale di informazioni turistiche della provincia di Vicenza
In collaborazione con Coldiretti Vicenza
In collaborazione con Campagna Amica Vicenza
Con il patrocinio della Provincia di Vicenza
Con il patrocinio del Comune di Vicenza
Con il patrocinio del Comune di Bassano del Grappa
Con il patrocinio del Comune di Recoaro Terme
Con il patrocinio del Comune di Enego
Con il patrocinio della Città di Marostica
Con il patrocinio del Comune di Asiago

MEDIA PARTNER

Cyclinside è media partner di Into Prealps

Seguici

  • Wikiloc
  • Komoot

P.Iva 03944760242 - Privacy policy - Cookie Policy - Copyright © 2023 - Into Prealps

it Italiano
en Englishfr Françaisde Deutschit Italiano