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Into Prealps - Percorsi gravel bike sui Colli Berici, l'Altopiano di Asiago e le Piccole Dolomiti Vicentine

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Roberto

Manuale di sopravvivenza del ciclista

26 Gennaio 2023 by Roberto Leave a Comment

Chi utilizza la bicicletta per fare attività fisica o come mezzo di trasporto, è esposto a molti rischi quando pedala nel traffico.
Le probabilità di rimanere coinvolti in un incidente sono decisamente alte e i motivi sono diversi, eccone alcuni.

  1. Infrastrutture pensate esclusivamente per il traffico veicolare dove (a volte) in un secondo momento vengono inserite le biciclette, ma sempre nell’ottica di “seconda scelta”, facendo quindi accrocchi e modifiche al piano stradale per fare in modo che queste non diventino un “problema” per i veicoli.
  2. Lo stile di vita negli ultimi decenni è cambiato notevolmente. In una famiglia ci sono spesso due auto, questo significa come minimo un raddoppio dei veicoli circolanti sulle strade, che sono rimaste sostanzialmente le stesse costruite nel secolo scorso. Abbiamo mille impegni e siamo sempre di fretta, questo significa minore attenzione e quindi aumento del rischio di incidenti.
  3. Culturalmente consideriamo la bicicletta un mezzo di svago, quindi quando circolano sulle strade che erroneamente pensiamo riservate alle auto, la vediamo come un intralcio alla “normale” circolazione.

Sicurezza in bicicletta

Chi utilizza la gravel bike ha la fortuna di poter ridurre in modo notevole il rischio di incidenti stradali, perchè si muove spesso su strade a basso traffico e in fuoristrada. Ma per raggiungere questi luoghi e per tornare a casa, dobbiamo a volte affrontare il caos del traffico veicolare, ecco allora alcuni accorgimenti per affrontare la "giungla d'asfalto" con maggiore sicurezza.

Facciamoci vedere!

Negli ultimi tempi sono sempre di più i ciclisti utilizzano le luci di giorno. Alcuni studi hanno dimostrato che la luce fissa rossa posteriore, aumenta del 140% la visibilità del ciclista e che se questa è lampeggiante arriviamo fino al 240%!
Altrettanto importante è avere una luce anteriore lampeggiante, in questo caso bianca per ottemperare alle disposizioni del Codice della strada. Utilizzare le luci diurne diminuisce del 33% gli incidenti stradali durante il giorno.
Le luci utilizzate devono avere una luminosità e una durata adeguata per essere visti anche da lontano.
Fonte: https://www.trekbikes.com/it/it_IT/daytime_running_lights/

Portiamo con noi delle bretelle ad alta visibilità che occupano poco spazio e che sono obbligatorie quando cala il sole o quando dobbiamo affrontare delle gallerie. Le bretelle ad alta visibilità possono inoltre essere utili se dobbiamo affrontare un tratto di strada particolarmente trafficato, aumentando così la nostra visibilità.

Sicurezza in bicicletta

Facciamoci sentire!

Pur essendo obbligatorio (leggi C.d.s.), il campanello raramente viene montato dagli appassionati sulle proprie biciclette. Oggi esistono campanelli poco ingombranti, efficaci ed esteticamente piacevoli che possono essere montati su qualsiasi bicicletta, anche con manubrio drop e passare inosservati. Il campanello è molto utile quando ci muoviamo sulle ciclopedonabili e sui sentieri, per segnalare la nostra presenza ad altri ciclisti, persone oppure animali, ma purtroppo non è altrettanto utile nel traffico.
Un buon modo per farsi sentire da un automobilista distratto che sta guardando altrove mentre è fermo allo stop è urlare!
Se urliamo abbastanza forte, l’attenzione dell’automobilista verrò richiamata e istintivamente fermerà l'auto per capire da dove arriva il suono.

Circolare sulle strade limitando i rischi

Le accortezze per pedalare con la massima sicurezza lungo una strada urbana o extraurbana sono le seguenti.

  1. Utilizzare luci lampeggianti con una buona luminosità e durata sia anteriori (bianca) che posteriori (rossa). Se abbiamo bisogno di più autonomia, soprattutto con la luce rossa, possiamo installare due luci da accendere alternativamente quando la prima è scarica.
  2. Utilizzare un abbigliamento con colori forti. Se ci piacciono i colori pastello indossiamo delle bande riflettenti che possiamo togliere e mettere nella tasca posteriore in pochi secondi quando iniziamo a pedalare in fuoristrada.
  3. Se ci piace ascoltare musica o podcast durante le nosre pedalalte, utilizziamo auricolari a conduzione ossea (permessi perchè lasciano il padiglione auricolare libero). Ne esistono sul mercato di molti tipi e i prezzi di quelli più economici, sono paragonabili ad un paio di auricolari tradizionali di qualità media.
  4. Manteniamo la destra della carreggiata ma cerchiamo di non stare troppo vicini al ciglio della strada per evitare di prendere il cordolo e e cadere proprio in mezzo alla carreggiata stradale.
  5. Se facciamo un'uscita di gruppo facciamolo in fila indiana. Il C.d.s. da la possibilità di pedalare su due file ma solo su strade extra urbane e quando le condizioni lo consentono, senza però specificare quali sono queste condizioni. Quindi meglio evitare problemi e pedalare concentrati, potremmo chiacchierare una volta fuori strada o durante le pause anche a noi del grave piacciono molto.
https://www.intoprealps.com/wp-content/uploads/2023/01/VID_20210915_181604.mp4

Affrontare le rotatorie in sicurezza

Le rotatorie sono l’incubo di ogni ciclista e anche di molti automobilisti!
La non conoscenza delle regole di base, la dimensione spesso ridotta della rotatoria e il traffico intenso, rendono la rotatoria uno dei pericoli più grandi per chi ama pedalare.
Iniziamo rinfrescando le norme per affrontare una rotatoria con qualsiasi tipo di veicolo.
Secondo il C.d.s. nelle rotatorie all'italiana (quelle senza cartello di dare la precedenza) la precedenza è di chi viene da destra, e quindi le auto già all’interno della rotatoria devono fermarsi e lasciare passare i veicoli che si immettono.
Nelle rotatorie europee invece, riconoscibili per il cartello di da la precedenza all’entrata, la precedenza è sempre di chi sta percorrendo la rotatoria, chi si immette deve aspettare che la sua sinistra sia libera prima di immettersi.
Cerchiamo ora di capire come affrontare le rotatorie in bicicletta e uscirne tutti interi!
Innazitutto se possibile ,sarebbe meglio utilizzare le strisce pedonali oppure i sottopassaggi se presenti. Quando questo non è possibile, ricordiamoci sempre che anche se in bicicletta, abbiamo gli stessi diritti di tutti gli altri veicoli, ma anche dei doveri.
Quando entriamo in una rotatoria (con i fari accesi e lampeggianti di giorno e magari un abbigliamento che ci renda visibile) guardiamo prima a sinistra, assicurandoci che le auto siano abbastanza lontane altrimenti fermiamoci per lasciar passare. Una volta che abbiamo la sinistra libera, guardiamo le auto provenienti da destra assicurandoci che gli automobilisti che le conducono ci abbiano visti. Per esserne sicuri dobbiamo essere certi che il loro sguardo si incroci con il nostro. Una volta assicurati che ci abbiano visti, percorriamo la rotatoria, ma sempre controllando i veicoli che arrivano da destra. 

Sicurezza stradale biciclette

Nel caso check accorgessimo che l’auto che sta entrando nella rotatoria si sta muovendo verso di noi, la cosa migliore da fare è frenare e “urlare”. Il grido, attirerà l’attenzione dell’automobilista che non capendo da dove arriva fermerà l’auto.
Quando invece affrontiamo una rotatoria con il buio, dobbiamo avere i fari accesi alla massima luminosità., utilizzare la stessa tecnica di immissioni che utilizziamo di giorno ma con un ulteriore accorgimento.
Se disponiamo di una buona frontale da almeno 300 lumen posizionata sul casco, accendiamola prima della rotatoria e utilizziamo la stessa tecnica che usiamo di giorno, cioè cercando di incrociare lo sguardo dell’automobilista che si sta immettendo da destra.
La luce emessa dalla frontale attirerà l’attenzione la sua attenzione perchè ad un’altezza diversa rispetto ai fari delle nostra bicicletta o delle altre auto, e questo ci aiuterà ad essere individuati.

Con questo post si conclude la serie di articoli sulla sicurezza stradale. Speriamo che i consigli e le informazioni scritte ti possano essere utili per evitare pericolose situazioni.
Ci rendiamo conto che c'è ancora molta strada da fare perché nel nostro paese il ciclista arrivi a contare quando un automobilista, ma siamo certi che se ognuno darà un piccolo contributo, tutti insieme ci riusciremo.

Altri articoli sulla sicurezza stradale

Articolo 182 del Codice della Strada, vediamoci chiaro
La bicicletta, un problema oppure una opportunità?

La bicicletta, un problema oppure una opportunità?

19 Gennaio 2023 by Roberto Leave a Comment

Nel post precedente abbiamo cercato di spiegare l’Art. 182 del Codice della Strada e fornire qualche consiglio per interpretarlo al meglio. In questo post invece, tratteremo alcuni paragrafi dell'Articolo 377 - Regolamento di attuazione del C.d.S, dove si torna a parlare di biciclette. Alcuni termini utilizzati e cose date per scontate, fanno un po' riflettere su come venga considerata la bicicletta dai legislatori e dalle istituzioni in generale.

Articolo 377 Codice della Strada

Articolo 377 - Regolamento di attuazione del C.d.S

Comma 1

“I ciclisti nella marcia ordinaria in sede promiscua devono sempre evitare improvvisi scarti, ovvero  movimenti  a  zig-zag, che possono essere di intralcio o pericolo per i veicoli che seguono.”

Crediamo che nessuno abbia dubbi sul fatto che andare a zig-zag su una strada pubblica sia assolutamente inappropriato e decisamente pericoloso per il ciclista, ma quello che in questo paragrafo ci sorprende è che si parla di intralcio o pericolo per i veicoli che seguono!
I numeri parlano chiaro, nel 2022 è deceduto per incidente stradale, un ciclista ogni due giorni (in questa triste classifica non vengono contate le persone decedute dopo il ricovero) e immaginiamo (non abbiamo dati in proposito) che i guidatori dei veicoli coinvolti difficilmente abbiano avuto conseguenze dall'impatto con una bicicletta.
Del comma 1 ci hanno colpito in modo particolare i due termini utilizzati; “intralciare” e “pericolo”. Vediamo come il Dizionario Treccani definisce queste parole e cerchiamo di leggere tra le righe di questa norma.

Intralciare

“L’intralciare, l’intralciarsi, e l’effetto che ne consegue. Più comunem., qualsiasi ostacolo che impedisca o rallenti lo svolgimento spedito di un’operazione, il corso normale di qualche faccenda, e sim., e la cosa stessa che intralcia”

Il termine usato in questo comma dipinge il ciclista come un problema per l’automobilista, un intralcio alla sua marcia. Il ciclista non è una risorsa per la società e per l'ambiente, ma un ostacolo che rallenta e impedisce che l’automobilista prosegua “spedito” e senza "intralci" per la sua strada.
Ma la cosa peggiora quando andiamo a vedere cosa significa il termine pericolo sempre secondo il Dizionario Treccani.

Pericolo

“Circostanza o complesso di circostanze da cui si teme che possa derivare grave danno.”
Grave danno per chi? Non certo per l'automobilista. Secondo questo articolo il danno lo causa il ciclista al veicolo che segue, confermando che anche le istituzioni non hanno ancora interiorizzato il fatto che il ciclista è l'anello debole sulla strada e non il contrario. Non hanno capito che il ciclista va protetto (che abbia torto o ragione) dalle tonnellate di metallo che si muovono a grande velocità sulle strade a pochi centimetri da lui, e che la sicurezza del ciclista non deve essere esclusivamente sua responsabilità.
Per fare un esempio banale sulla disparità di trattamento tra auto e biciclette, pensiamo alle protezioni che troviamo lungo le strade, i classici guard rail. Sono realizzati allo scopo di impedire alle auto (non sono stati pensati per le biciclette e le moto) di andare fuoristrada (in un fosso oppure in una scarpata) e questa protezione viene installata in quasi ogni strada, a protezione dell'automobilista. 

Comma 3

“In ogni caso, i ciclisti devono segnalare tempestivamente, con il braccio, la manovra di svolta a sinistra, di svolta a destra e di fermata che intendono effettuare.”

Il braccio del ciclista teso verso destra o sinistra è il segnale convenzionale di svolta in una delle due direzioni. E’ di fondamentale importanza quando si pedala su strade pubbliche, segnalare con anticipo la svolta. Stendere il braccio completamente e magari muoverlo su e giu può rendere più chiaro alle auto che seguono la nostra intenzione.
Lascia invece perplessi il fatto di dover segnalare la fermata. Sia chiaro che non c'è nulla di male nel farlo anzi, il problema è che abbiamo il sospetto che siano pochi gli automobilista a conosce quello che dovrebbe essere il segnale convenzionale di fermata di un ciclista, e questo perchè non viene indicato nel C.d.s. e di conseguenza non viene insegnato quando si consegue la patente di guida. In secondo luogo il segnale di fermata non viene usato perchè sono pochi i ciclisti che lo conoscono.
Possiamo supporre quindi che il segnale convenzionale di STOP sia quello che si usa quando si pedala in gruppo. In questi casi, quando si vuole segnalare la fermata, si alza il braccio piegato a 90° con il palmo della mano aperto. Questo crediamo, dovrebbe essere il segnale da utilizzare anche nei confronti dell'automobilista.

Con questo post si conclude l'analisi degli articoli del C.d.S. che riguardano noi ciclisti. Nei prossimi post parleremo di come farci vedere e sentire quando viaggiamo nel traffico e condivideremo qualche piccolo stratagemma per ridurre il rischio di non essere visti dagli automobilisti.

La cavalcata delle grandi valli vicentine

13 Gennaio 2023 by Roberto

Un percorso lungo e impegnativo, fattibile in giornata oppure in due giorni. Una "cavalcata" tra le tra grandi valli vicentine; la Val Leogra, la Valle dell'Agno e la Valle del Chiampo. Tra natura, storia, tradizione ed enogastronomia, pedaleremo su strade e zone poco conosciute e ricche di fascino.

La partenza avviene dal centro storico di Vicenza, dal salotto buono del Palladio, Piazza dei Signori. In pochi km, passando per vie "costellate" di palazzi antichi e monumenti, usciremo dalla città per dirigersi verso Monteviale, dove prenderemo l'Ortogonale 1 che seguiremo per alcuni km.
L'Ortogonale 1 fu contruita tra il 1916 e il 1918, dal Genio dell'Esercito Italiano per agevolare una eventuale rottura delle difese poste sul Pasubio da parte degli Austroungarici. L'Orotgonale è in pratica una strada, in parte ancora sterrata, lunga oltre 50 km che partendo da Campogrosso (VI), posto a 1500 metri di altitudine, raggiunge Monteviale (VI). Una strada dove possiamo vedere piccole fortificazioni, ripari e trincee che corre sulla dorsale posta tra la Val Leogra e la Valle dell'Agno.
Appena superato Montepulgo lasceremo la traccia dell'Ortogonale per prendere un'altra strada militare che collegava la pianura all'Ortogonale, la strada in questione è quella del Monte Pian, una camionabile che ci porterà fino a Malo. Da qui inizieremo a salire verso Monte di Malo per prendere la Strada delle Lore, altro manufatto risalente alla Prima Guerra Mondiale. Una strada costruita nel 1918, anche questa corredata da rifugi e postazioni ricavate da anfratti naturali della roccia. La Strada delle Lore gira intorno al Monte Soglio, riconoscibile dalla croce di vetta, anche questo utilizzato come punto di osservazione e rifugio in caso di attacco.
Poco dopo Faedo, possibile punto di ristoro, inizieremo a scendere verso la Valle dell'Agno, passando per Muzzolon (notare sulla sinistra la formazione rocciosa chiamata "L'Omo de la Rocia") fino ad arrivare a Spagnago di Cornedo per poi toccare la Piana di Valdagno.
Qui inizierà la lunga salita che ci porterà, tra ripide strade asfaltate a basso traffico, bellissime contrade e sentieri panoramici, al punto più alto del percorso situato a 800 metri circa. Superato il Monte Furlan ci godremo una facile discesa fino a raggiungere San Pietro Mussolino, posto nella Valle del Chiampo. Da qui ci aspetta l'ultima fatica che ci porterà in località Mistrorighi e poi percorreremo verso sud la Val Chiampo rimanendo "in bilico" tra la provincia di Vicenza e quella di Verona. Sempre per strade a bassissimo traffico e sterrati ci porteremo sopra l'abitato di Chiampo e da lì a San Zeno, frazione di Arzignano che ci riporterà in pianura. Con un bel po' di km e dislivello nelle gambe, seguiremo volentieri prima la Ciclabile della Valle del Chiampo e poi la Ciclovia AIDA che ci riporterà a Vicenza e poi in centro città.

Di seguito riporteremo alcuni consigli per vivere al meglio questo percorso, sia che decidiate di percorrerlo in giornata che in due giorni.

  • Come arrivare
  • Dove parcheggiare
  • Dove mangiare e dormire
  • Punti di rientro

Come arrivare a Vicenza

In treno

La stazione di Vicenza è situata a 5 minuti di bicicletta dal centro storico della città. Il treno è certamente il mezzo consigliato per raggiungere Vicenza e partire per l'anello Autumn IP.

In macchina o camper

Per chi arriva da fuori provincia, il modo più diretto è arrivare dall’autostrada A4. Le uscite più comode sono Vicenza Est e Vicenza Ovest. 

Dove parcheggiare a Vicenza

Vicenza è una piccola città, ed è possibile trovare numerosi parcheggi e posti auto gratuiti a pochi km dal centro storico, raggiungibile in bici in 10- 15 minuti. In alternativa il parcheggio a pagamento Park Stadio di via Bassano (Zona Stadio), accoglie sia auto che camper e in 5 Minuti di bicicletta è possibile raggiungere il centro storico della città.

Dove mangiare e dormire

Dopo circa 40 km dalla partenza arriverete a Faedo. Qui vi consigliamo di fermarvi presso la Bruschetteria Faedo, avrete l'opportunità di apprezzare delle ottime bruschette immersi nella natura. Ampio spazio all'interno e all'esterno, parcheggio per la bicicletta e ricarica per le e-bike.

Bruschetteria Faedo
Contrà Chiesa 1
36030 Faedo (VI)
Tel. 0445 589059
Verificare gli orari di apertura

Un paio di km oltre trovate l'Albergo Ristorante Roccolo Rossato dove è possibile pranzare, cenare e anche dormire nel caso decideste di spezzare il percorso in due giorni.

Albergo Ristorante Roccolo Rossato
Via Mieghi, 27
Monte di Malo (VI)
Tel. 0445 589086
Verificare gli orari di apertura

Punti di rientro

Le zone toccate dal percorso non sono servite da ferrovie. I Punti di rientro possono essere considerati quindi il fondo delle valli che incontreremo lungo la traccia.
Scesi a Malo (Val Leogra) ad esempio è possibile raggiungere Vicenza pedalando per circa 20 km in pianura fino alla città. Arrivati a Spagnago di Cornedo (Valle dell'Agno), seguendo la ciclabile dell'Agno prima e strade secondarie poi, si ritorna a Vicenza in circa 25 km.
Da San Pietro Mussolino (Valle del Chiampo) invece, in circa 25 km si rientra al punto di partenza.

DISTANZA
113 KM

DISLIVELLO
2800 D+

SENSO
ANTIORARIO

  • Caratteristiche del percorso
  • Difficoltà
  • Condizioni
  • Note

Tipo di percorso: Anello
Partenza: Vicenza
Arrivo: Vicenza
Principali località toccate: Monteviale, Isola Vicentina, Malo, Monte di Malo, Cornedo, Valdagno, San Pietro Mussolino, Chiampo, Arzignano, Montecchio Maggiore, Creazzo

Dislivello positivo: 2490 metri
Difficoltà sentieri: S0, S1, S2
Altezza massima raggiunta: 794 metri
Terreno: asfalto e sterrati con brevi passaggi in single track. Alcuni brevi tratti presentano sassi in salita scivolosi con terreno bagnato. Potrebbe essere necessario spingere per brevi tratti con terreno bagnato. Sono necessari rapporti adeguati per via delle pendenze incontrate sia su asfalto che su sterrato.

Meteo: nuvoloso
Temperatura: 10° circa
Terreno: bagnato
Pneumatici utilizzati: gomme da 44 mm mediamente tassellate

Un percorso lungo e con molto dislivello, da fare in giornata se ben allenati oppure in due giorni per goderlo pienamente. Si incontrano pendenze importanti sia in asfalto che sterrate ma pedalabili. Le discese non sono mai difficili anche se bisogna prestare sempre la massima attenzione.

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© OpenStreetMap contributors

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    Articolo 182 del Codice della Strada, vediamoci chiaro

    9 Gennaio 2023 by Roberto 2 Comments

    Quanti ciclisti hanno letto o conoscono il Codice della strada? Pochi immaginiamo. Codice, articoli, paragrafi, comma, tutti termini noiosi che riteniamo non abbiano nulla a che fare con la nostra passione, la bicicletta.
    E’ importante sapere invece che la bicicletta è considerato un veicolo e per tanto deve rispettare in pieno il C.d.s come qualsiasi altro mezzo circolante su strade pubbliche. 
    La bicicletta però, rispetto ad altri mezzi circolanti, ha delle particolarità e per questo è stato creato un articolo dedicato, il n. 182.
    In questo articolo vengono spiegati quali siano i doveri del ciclista quando circola su una strada pubblica, ma anche i diritti di cui può godere.
    Dei sette punti di cui è composto l’Articolo 182 ne prenderemo in esame solo quattro, tralasciando gli altri dedicati al trasporto di persone e cose.
    Iniziamo!

    Codice della strada articolo 182

    Comma 1

    “I ciclisti devono procedere su unica fila in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano e, comunque, mai affiancati in numero superiore a due; quando circolano fuori dai centri abitati devono sempre procedere su unica fila, salvo che uno di essi sia minore di anni dieci e proceda sulla destra dell’altro.”

    Vediamo spesso ciclisti procedere in gruppo e quasi sempre fuori da centri abitati. Dopo aver letto il punto sopra citato, possiamo affermare con certezza che questi gruppetti non rispettano il C.d.s. Lo rispetterebbero solo nel caso si muovessero in due file e nei centri abitati, ma solo quando le condizioni di traffico lo consentano.
    Quali siano le condizioni che consentono questo tipo di condotta, è difficile capirlo. Scarso traffico? Sede stradale ampia (e quanto ampia)?
    Per esperienza sappiamo che paradossalmente sarebbe più facile trovare una condizione di traffico che permette di muoversi affiancati, pedalando su strade extra urbane piuttosto che su strade urbane, che di solito sono più strette e con traffico più sostenuto.
    Il buon senso quindi ci suggerirebbe di pedalare esclusivamente in fila indiana su strade aperte al traffico, e rimanere affiancati solo fuori dalla arterie stradali.

    Comma 2

    “I ciclisti devono avere libero l’uso delle braccia e delle mani e reggere il manubrio almeno con una mano; essi devono essere in grado in ogni momento di vedere liberamente davanti a sé, ai due lati e compiere con la massima libertà, prontezza e facilità le manovre necessarie.”

    Possiamo quindi rispondere al telefono, leggere un messaggio o consultare il nostro smartphone mentre pedaliamo? Sembrerebbe di proprio di sì se lo facciamo con una sola mano, ma anche se il C.d.s. lo permette, dovrebbe essere il nostro buon senso a vietarcelo.
    Pedalare con una mano significa limitare del 50% la forza con la quale teniamo il manubrio. Basterebbe quindi una buca o una radice sporgente per farci cadere pesantemente a terra, con conseguenze molto serie per la nostra incolumità.
    Quindi, anche se pedalare con una mano è permesso dalla legge, quando riceviamo una chiamata o vogliamo leggere un messaggio, meglio fermarci. Togliere invece completamente le mani dal manubrio per metterci una giacca o levare i manicotti, oltre ad essere pericoloso è vietato dal C.d.s., è anche sanzionabile.

    Comma 4

    “I ciclisti devono condurre il veicolo a mano quando, per le condizioni della circolazione, siano di intralcio o di pericolo per i pedoni. In tal caso sono assimilati ai pedoni e devono usare la comune diligenza e la comune prudenza.”

    In questo paragrafo ci pare di capire che non si parla di strade completamente aperte al traffico, ma piuttosto di zone pedonali dove il pedone è tutelato. Se non espressamente indicato con apposito cartello, i velocipedi possono transitare nelle zone pedonali ma devono rispettare le indicazioni sopra elencate per evitare incidenti con i pedoni. Un esempio sono i centri storici, oppure a quelle ciclopedonali che la domenica mattina sono prese d’assalto da runner, famiglie con cani da guinzaglio, carrozzine, ecc.
    In questi casi di sovraffollamento, dovremmo avere il buon senso di scendere dalla bicicletta e portarla a mano.

    Comma 9

    “I velocipedi devono transitare sulle piste loro riservate ovvero sulle corsie ciclabili o sulle corsie ciclabili per doppio senso ciclabile, quando esistono, salvo il divieto per particolari categorie di essi, con le modalità stabilite nel regolamento. Le norme previste dal regolamento per la circolazione sulle piste ciclabili si applicano anche alla circolazione sulle corsie ciclabili e sulle corsie ciclabili per doppio senso ciclabile.”

    Chi di noi non è mai stato “ripreso” da un automobilista perchè non utilizzavamo quella che lui definiva “pista ciclabile” a fianco della strada?
    Sicuramente quell’automobilista non conosceva a fondo l’Articolo 182 del C.d.s. e nemmeno noi se non siamo riusciti a rispondergli senza prenderlo a male parole 🙂
    Infatti, leggendo bene il paragrafo in questione, salta all’occhio che l’obbligo di transitare sulle piste riservate ai velocipedi, esiste solo quando queste sono delle corsie ciclabili, ovvero delle vere e proprie piste ciclabili riservate esclusivamente alle biciclette e non delle piste ciclo pedonabili.
    Purtroppo le corsie ciclabili esclusive (dove i pedoni non possono entrare e se lo fanno rischiano delle sanzioni sanzioni), sono veramente poche in Italia. Il resto sono delle ciclo pedonabili, a volte anche di lunghezza e dimensioni importanti, frequentate da qualsiasi mezzo che non necessiti di targa per circolare.

    Comma 9 bis

    “Il conducente di velocipede che circola fuori dai centri abitati da mezz’ora dopo il tramonto del sole a mezz’ora prima del suo sorgere e il conducente di velocipede che circola nelle gallerie hanno l’obbligo di indossare il giubbotto o le bretelle retroriflettenti ad alta visibilità, di cui al comma 4-ter dell’articolo 162.”

    Quindi non solo il giubbotto (meglio ancora le strisce riflettenti perchè più pratiche) sono un obbligo di legge, ma è anche molto importante per la sicurezza di noi ciclisti. Questo dispositivo di sicurezza, rende il ciclista molto visibile di notte, ma anche poco prima dell’alba e del tramonto, quando l’occhio deve ancora abituarsi al cambio di luce. Per essere completamente a norma, questo dispositivo di sicurezza dovrebbe riportare il marchio CE e il riferimento alla norma EN 471.

    In questo articolo abbiamo cercato di chiarire quali sono gli obblighi ai quali dobbiamo sottostare quando con la nostra bicicletta “solchiamo” le strade aperte al traffico.
    Nei prossimi articoli invece, vedremo di approfondire l’argomento dotazione, come migliorarlo e arricchirlo e anche dare qualche consiglio utile per aumentare la nostra sicurezza.

     

    Il percorso della Gravel Power

    22 Dicembre 2022 by Roberto 3 Comments

    E' il percorso realizzato per la Gravel Power, social ride organizzata in collaborazione con Coldiretti Vicenza e Campagna Amica Vicenza. Un percorso che parte dal centro storico della città di Vicenza, punta in direzione nord e sale sui colli sopra Isola Vicentina.

    La partenza di questo anello avviene dal centro della città e precisamente da Piazza San Lorenzo. Seguendo alcune ciclabili si esce dalla città puntando in direzione nord e si inizia a pedalare sugli argini del fiume Bacchiglione.
    Argini n terra battuta e alcuni tratti di ciclabile in ghiaia ci porteranno fino a Vivaro di Dueville dove si trovano appunto le risorgive che danno vita al fiume Bacchiglione.
    Ancora sterrati ci porteranno verso Caldogno dove abbiamo due possibilità (vedi immagine sotto), proseguire per la ciclabile asfaltata oppure salire sugli argini del torrente Timonchio per poi guadarlo. Le acque di questo torrente non sono mai agitate ne troppo alte, e il fondo in prossimità del guado è ben lastricato, quindi pedalabile. L'unica difficoltà potrebbe esserci in caso di forti piogge perché il livello dell'acqua, solitamente di 10-15 cm, potrebbe salire a 25-30 cm.

    Variante con passaggio su guado. Evitare dopo periodi di pioggia.

    Proseguendo ci porteremo sull'argine del torrente Leogra e poi pedaleremo su strade asfaltate ma poco frequentate, fino a Isola Vicentina.
    Da qui inizia la salita. dura e costante che prima su asfalto e poi per sentieri e single track nel bosco, ci porterà Torreselle (Frazione di Isola Vicentina) da dove prenderemo la larga e divertente strada sterrata in discesa chiamata Strada del Bosco d'Oro che ad un certo punto abbandoneremo per scendere a Gambugliano.
    Terminata la discesa inizia un lungo tratto di sterrato che corre sotto il fianco sinistro della Valdiezza e che ci porterà a Creazzo. La ciclabile di Creazzo è una lingua di ghiaia sterrata che invita a spingere, ma è anche molto frequentata da pedoni, cani e bambini, vi invitiamo quindi a  moderare la velocità.
    Arrivati a Monteviale in zona Villa Zileri, prenderemo lo sterrato che ci porterà in zona Biron e da qui nuovamente nel centro storico della città.

    Percorso gravel bike colli provincia vicenza


    • Caratteristiche del percorso

    • Difficoltà

    • Condizioni

    • Note

    Tipo di percorso: Anello
    Partenza: Vicenza
    Arrivo: Vicenza
    Principali località toccate: Caldogno, Isola Vicentina, Gambugliano, Creazzo, Monteviale

    Dislivello positivo: 460 metri
    Difficoltà sentieri: S0, S1, S2
    Altezza massima raggiunta:263 metri
    Terreno: asfalto e sterrati con passaggio in single track. Alcuni brevi tratti presentano sassi in salita scivolosi e poco visibili perchè coperti da foglie. Potrebbe essere necessario spingere per un breve tratto soprattutto con terreno molto bagnato. Sono necessari rapporti adeguati per via delle pendenze incontrate sia su asfalto che su sterrato.

    Meteo: soleggiato
    Temperatura: 6° circa
    Terreno: molto bagnato
    Pneumatici utilizzati: gomme da 44 mm mediamente tassellate.

    Il percorso è tutto pedalabile, salvo un tratto nel bosco dove in caso di forti piogge potrebbe risultare molto scivoloso. Il tratto tecnico inizia quando da Isola Vicentina si inizia a salire sui colli verso Torreselle e si concentra in circa 1 km di sentieri e single track all'interno del bosco.

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    Covoli di San Donato

    25 Novembre 2022 by Roberto Leave a Comment

    I Covoli di San Donato sono delle grotte che si trovano proprio sopra l'abitato di Villaga. Il percorso che vi proponiamo oggi parte da Vicenza, raggiunge Villaga e poi segue la base dei Colli Berici per ritornare in città.

    La partenza dell'anello è fissata a Vicenza e sale poi su asfalto fino sulla dorsale dei Colli Berici. Si scende poi a San Vito, frazione di Brendola, e si inizia salire nuovamente sui colli passando per il comune di Val Liona prima e Grancona poi. Arrivati nella Valle di Calto, la traccia devia lungo il suggestivo percorso dei mulini. Un breve tratto di scale dove è necessario portare la bicicletta, può essere evitato salendo a destra delle scale fino a raggiungere nuovamente la strada asfaltata.
    L'altopiano di Pozzolo si attraversa percorrendo divertenti sterrate fino al suo lato sud. Da qui, per alcuni km si seguirà un sentiero roccioso che porta fino ai Covoli di San Donato, giro di boa di questo percorso.
    Fin dall'antichità questi luoghi sono stati utilizzati come riparo. Nel 1200 i covoli diventarono un monastero benedettino, oggi purtroppo rimango solo alcune tracce di queste costruzioni. Nel 1917 tutta l'area venne requisita per scopi militari, probabilmente per addestrare i soldati che dovevano andare al fronte, piuttosto che per scopi difensivi. La chiesa ancora presente invece, crollò parzialmente nel 1935 e venne ricostruita grazie all'intervento di una ricca famiglia del luogo.
    Per scendere si segue un divertente sentiero che ci porterà a Villaga e poi passando per Barbarano Vicentino, Mossano, Nanto, Lumignano, Costozza e Longare ci ritroveremo di nuovo a Vicenza.


    • Caratteristiche del percorso

    • Difficoltà

    • Condizioni

    • Note

    Tipo di percorso: Anello
    Partenza: Vicenza
    Arrivo: Vicenza
    Principali località toccate: S. Agostino, Brendola, Grancona, Pozzolo, Villaga, Barbarano Vicentino, Nanto, Castegnero, Lumignano, Costozza, Longare

    Dislivello positivo: 1044 metri
    Difficoltà sentieri: S0, S1
    Altezza massima raggiunta:263 metri
    Terreno: asfalto e sterrati con passaggi in single track. Alcuni brevi tratti presentano sassi instabili, sia in salita che in discesa. Il percorso presenta un tratto di circa 20 m dove è necessario spingere la bicicletta, altri tratti difficili per terreno e pendenza, richiedono rapporti adeguati.

    Meteo: soleggiato
    Temperatura: 20° circa
    Terreno: secco
    Pneumatici utilizzati: gomme da 44 mm mediamente tassellate.

    Il percorso è molto pedalabile e piacevole con terreni sempre veloci. Il tratto tecnico inizia propio sotto i Covoli di San Donato dove causa pendenza e terreno roccioso, procedere è difficile. Qui c'è un tratto (S1) di 20 m
    circa dove è necessario scendere dalla bicicletta e spingerla per via del terreno inconsistente e della pendenza elevata.

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    Monte di Malo adventure

    10 Novembre 2022 by Roberto Leave a Comment

    Monte di Malo è un piccolo comune tra la collina e la montagna, ricco di storia, cultura e una natura bellissima. Un percorso decisamente avventuroso che vi porterà a scoprire le meraviglie di questo territorio.

    La partenza dell'anello avviene come spesso accade da Vicenza, si sale verso Monteviale lungo sentieri ripidi ma pedalabili e si scende di nuovo per percorrere la Valdezza su veloce sterrata. Su asfalto si sale a Gambugliano e passato il centro si rimettono le ruote su una larga e panoramica sterrata che ci porterà fino a Torreselle. Sempre per sentieri e sterrate si arriva a Montepulgo, punto più alto del percorso con i suoi 430 mt di quota. Si scende a Priabona e si prende la strada asfaltata per Monte di Malo che si abbandona subito per iniziare a pedalare lungo le strade asfaltate e sterrate che attraversano le numerose contrade. Attraverso sentieri nel bosco, tracce appena visibili, single track anche tecnici e guadi arriveremo fino alla pianura, tra San Vito di Leguzzano e Malo. Ancora per sentieri divertenti e qualche tratto di asfalto inizieremo a “puntare” verso Vicenza.




    • Caratteristiche del percorso

    • Difficoltà

    • Condizioni

    • Note

    Tipo di percorso: Anello
    Partenza: Vicenza
    Arrivo: Vicenza
    Principali località toccate: Altavilla Vicentina, Arcugnano, S. Gottardo, Villabalzana, San Giovanni in Monte

    Dislivello positivo: 650 metri
    Difficoltà sentieri: S0, S1
    Altezza massima raggiunta: 430 metri
    Terreno: asfalto e sterrati con passaggi in single track. Alcuni tratti presentano sassi stabili esposti, scivolosi in caso di fango. Il percorso presenta un tratto di circa 20 m dove è necessario spingere la bicicletta.

    Meteo: soleggiato
    Temperatura: 25° circa
    Terreno: secco
    Pneumatici utilizzati: gomme da 40 mm mediamente tassellate.

    Sono due i tratti dove si presenta un grado di difficoltà elevato, entrambi sono in salita. Il primo tratto, dopo la salita di Salve Regina, si presenta in salita con sassi esposti ma ben fissi nel terreno. E' possibile salire pedalando (S1) con buon rapporto e buon equilibrio. Il secondo tratto si trova subito dopo il primo, aumenta la pendenza e i sassi sono più esposti (S3), è necessario scendere dalla bicicletta e spingerla.

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    Moreno ci racconta la sua Spring Into Prealps autunnale

    31 Ottobre 2022 by Roberto 2 Comments

    Moreno non è un ciclista di “primo pelo”, molti anni di attività in tutte le discipline della mtb e ora il cicloturismo. Ha scoperto per caso il progetto Into Prealps e il 1 Ottobre ha deciso di seguire la traccia Spring Into Prealps, che partendo da Bassano del Grappa entra nella Valle dell’Astico e sale sull’Altopiano di Asiago.
    Gli abbiamo posto alcune domande, ecco cosa ci ha risposto.

    Ciao Moreno, presentati e raccontaci un po’ di te e della tua esperienza di ciclista e cicloturista.

    Ciao, mi chiamo Moreno e pratico ciclismo dal lontano 1981 principalmente fuoristrada, con le mtb e quasi tutte le sue varianti.
    Ho iniziato con le gare di XC, passando per l’enduro, il Downhill per poi scoprire più avanti la single speed. Ho poi cavalcato le prime gravel per poi muovere i primi passi da cicloturista.

    Percorso gravel bike a Vicenza

    Perchè hai deciso di percorrere la traccia di Summer Into Prealps? Cosa ti ha incuriosito di questa traccia?

    Ho scoperto Into Prealps la prima volta con Koomot, poi mi sono iscritto alla newsletter e la traccia di Spring Into Prealps mi era sembrata perfetta per una fuga di un fine settimana.

    Come ti sei organizzato per i pernottamenti?

    Per i pernottamenti anche questa volta ho usato un’App per B&B con cui mi trovo molto bene. Ho prenotato ad Asiago, quindi arrivato a Roana sono uscito dalla traccia per riprenderla la mattina seguente.

    Quali sono state le difficoltà che hai dovuto affrontare e che non ti aspettavi?

    Nel tratto tra Roana e Canove (Val d’Assa) pur con gomme da 2.25″, ho tagliato la gomma anteriore in discesa e su quelle pietre taglienti la posteriore in salita perché slittava continuamente.
    La posteriore continuava a perdere aria ed ho dovuto fermarmi per sistemarla inserendo un vermicello per tubeless.

    Spring Into Prealps

    Cosa ti è piaciuto di più e cosa secondo te potrebbe essere migliorato nella traccia e nella formula di Spring Into Prealps?

    I panorami sono la cosa più bella e gli sterrati dell’altipiano fantastici. Poi la parte finale è piena di sorprese.
    Nell’ottica di giro gravel di più giorni fattibile per tutti io eviterei il pezzo tra Roana e Canove e il singletrack di Monte Caina che a mio parere sono molto tecnici e quindi non per tutti.
    Il singletrack di Monte Caina l’ho fatto in sella, ma ho dato una gran picconata per terra, fortunatamente senza danni.

    Raccontaci qualche situazione particolare o divertente che ti è capitata durante il percorso.

    Mi ha colpito molto di non avere praticamente incontrato nessuno nella parte bassa del giro lungo i canali e il fiume Astico, sulle ciclabili e sui tornanti che salgono sull’Altopiano.

    Anello Gravel bike in provincia di Vicenza

    Pensi che la formula di Into Prealps di “Evento permanente e gratuito”, quindi senza date stabilite, possa essere una buona modalità per incentivare il cicloturismo in aree e zone ancora poco conosciute sotto questo aspetto?

    Credo molto nella formula eventi permanenti e gratuiti anche se a volte è difficile venirne a conoscenza, se non per caso. Poi se uno si trova bene fa un po’ di passaparola e altri ne vengono a conoscenza.
    Appena possibile torno per fare il percorso del mondiale gravel e se rifarete qualcosa tipo la Bastarda del 1000 stavolta cercherò di non mancare.

    Monte Capitello, percorso gravel bike sui Colli Berici

    27 Ottobre 2022 by Roberto Leave a Comment

    Il Monte Capitello è una piccola cima che si trova a 418 metri di altezza, proprio sopra a Barbarano Vicentino, sui Colli Berici. Scopriamolo grazie a questa traccia!

    Si parte da Vicenza e seguiamo il Fiume Retrone fino a S. Agostino (Altavilla Vicentina), per salire sui colli prendiamo una delle vie privilegiate dai ciclisti off-road, la salita di Salve Regina, chiamata così per via della chiesetta che si trova lungo il percorso costruita nel 1904. Chi conosce questa salita sa che alcuni tratti, anche se brevi, sono decisamente impegnativi per via della pendenza che raggiunge il 16-17%. Arrivati sull’asfalto si percorrono alcuni metri e si svolta decisamente a destra dentro il bosco.
    A questo punto del percorso, se non si vuole fare questo tratto in single track, è possibile continuare su asfalto fino al bivio, prendere a destra verso San Gottardo e ricongiungersi alla traccia (linea rossa).
    Percorso gravel bike sui Colli Berici VicenzaIl percorso nel bosco è decisamente divertente e vario, con un tratto in salita dove è necessario un buon equilibrio e un’altro dove si deve spingere la bicicletta per una ventina di metri.
    Si rimettono le ruote sull’asfalto solo per un breve tratto, perchè subito si ricomincia a pedalare nel bosco, si supera San Giovanni in Monte e si arriva finalmente al Monte Capitello, riconoscibile per l’antica vasca scavata nella pietra e utilizzata un tempo per raccogliere l’acqua piovana. Si procede ancora per sentieri fino a sbucare a Villabalzana e si inizia a scendere in direzione Lago di Fimon.
    Arrivati a Chiesa Vecchia, proprio sopra al lago, si prende un sentiero molto divertente che ci porta in pianura e attraverso qualche sterrata, ciclabile e asfalto si torna a Vicenza.

    Percorsi gravel bike Colli Berici Vicenza


    • Caratteristiche del percorso

    • Difficoltà

    • Condizioni

    • Note

    Tipo di percorso: Anello
    Partenza: Vicenza
    Arrivo: Vicenza
    Principali località toccate: Altavilla Vicentina, Arcugnano, S. Gottardo, Villabalzana, San Giovanni in Monte

    Dislivello positivo: 650 metri
    Difficoltà sentieri: S0, S1
    Altezza massima raggiunta: 430 metri
    Terreno: asfalto e sterrati con passaggi in single track. Alcuni tratti presentano sassi stabili esposti, scivolosi in caso di fango. Il percorso presenta un tratto di circa 20 m dove è necessario spingere la bicicletta.

    Meteo: soleggiato
    Temperatura: 25° circa
    Terreno: secco
    Pneumatici utilizzati: gomme da 40 mm mediamente tassellate.

    Sono due i tratti dove si presenta un grado di difficoltà elevato, entrambi sono in salita. Il primo tratto, dopo la salita di Salve Regina, si presenta in salita con sassi esposti ma ben fissi nel terreno. E' possibile salire pedalando (S1) con buon rapporto e buon equilibrio. Il secondo tratto si trova subito dopo il primo, aumenta la pendenza e i sassi sono più esposti (S3), è necessario scendere dalla bicicletta e spingerla.

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    Autumn Into Prealps da chi lo ha “immaginato” e percorso

    20 Ottobre 2022 by Roberto Leave a Comment

    Disegnare un percorso che poi percorreranno anche altri appassionati non è sempre facile.
    La traccia Autumn Into Prealps è già stato pubblicata, ma non sono ancora riuscito a provarla per intero. Finalmente trovo uno spazio tra i vari impegni e Venerdì dopo pranzo preparo le borse. Alle 15.30 riesco finalmente a partire. Questa volta oltre alla traccia completa proverò anche una nuova bici, la Omnia Pigafetta 500, gravel bike travel/adventure che ho contribuito a sviluppare insieme a E-biking service di Vicenza e Nordcruz. Fino ad ora con questa bici ho fatto meno di 100 km, sarà una bella sfida pedalarla per due giorni su questo percorso!
    Percorso gravel bike Vicenza
    La partenza della traccia è fissata come spesso accade nel centro storico di Vicenza. Si esce velocemente dalla città attraverso ciclabili che mi portano a pedalare sugli argini del fiume Tesina. Supero Quinto Vicentino, Bolzano Vicentino ed arrivo a Lupia (vicino a Sandrigo), dove inizio a percorrere l’argine sinistro del fiume Astico. L'ambiente qui è sempre piacevole e solitario, si pedala per molti km senza mai toccare l’asfalto, tra le tipiche boscaglie che sorgono a lato degli argini e passando a lato di stabilimenti dismessi dove un tempo si lavorava la ghiaia.
    Arrivati all’altezza di Breganze si cambia lato del fiume e si inizia a correre su lunghi sterrati in ghiaia con qualche sali scendi, passaggi tecnici e qualche brevissimo portage per superare torrenti in secca, rocce e risalire i ripidi e brevissimi pendii.
    Percorso gravel bike Vicenza
    Arrivati a Lugo di Vicenza si inizia a salire sulle propaggini delle Bregonze su ampia e piacevole strada sterrata raggiungendo prima Chiuppano e poi Piovene Rocchette. Fino a qui il percorso è in buona parte tutto sterrato, metto le ruote su asfalto e proseguo verso Santorso, dove inizia la salita tra strade asfaltate e sterrati. Si raggiunge prima in località San Rocco e poi, dopo un tratto sterrato fatto di tornanti e salita sempre regolare e impegnativa, arrivo al Colletto Alto, posto tra il Monte Summano e il Monte Novegno. E' già buio e nla sagoma del ristorante abbandonato dopo l’incendio di alcuni anni fa non mi conforta. Mangio una barretta giusto per precauzione, monto la frontale su casco, metto l'antivento, accendo le luci e inizio a scendere per la veloce sterrata. Mi sento sicuro malgrado il buio, la bicicletta anche se pesante per via delle borse e del sacco a pelo invernale, risponde benissimo e le luci potentissime (anteriore da 1500 e frontale da 600 lumen) mi danno molta sicurezza.
    Arrivo a Bosco di Tretto e inizio a salire verso Contrà Rossi che si trova proprio ai piedi del Monte Novegno ed è anche il punto più alto del percorso (circa 900 metri). Utilizzo la luce anteriore in modalità "posizione" che in salita mi permette comunque di vedere ed essere visto risparmiando la batteria.
    Percorso gravel Vicenza
    Inizio a scendere verso Santa Caterina, passando per qualche tratto sterrato che malgrado il buio non mi crea nessun problema ma anzi, mi diverte molto. Inizio ora la lunga discesa verso Valli del Pasubio alternando sterrati brevi e tratti su asfalto che passano per numerose piccole contrade.   Non fa freddo e tolgo frequentemente l'antivento che rimetto solo nelle lunghe discese.
    A Valli del Pasubio mi concedo un caffè e riempio le borracce, fino a qui ho mangiato solo una barretta e sono quasi le 20. Inizio a risalire il fianco della montagna su asfalto, qualche macchina sale diretta probabilmente verso i piccoli abitati che attraverserò più tardi. Scapini, Zorletti, Santini, Grossi, sono i nomi che leggo su muri e tabelle, sono i nomi di chi ha dato l'avvio a quei piccoli nuclei di abitazioni e che ora sono i nomi di quelle  contrade. Nei due precedenti sopralluoghi effettuati per "costruire" la traccia, ho individuato il luogo dove bivaccherò, è la Chiesa di San Carlo, un piccolo edificio religioso posto in una radura a circa 600 metri di altitudine, tra le contrade Zorletti e Santini. Per arrivare all’edificio devo fare una deviazione al percorso di 7-800 metri e salire su una facile sterrata. Sono quasi le 21, mi posiziono sotto alla tettoia della chiesa e… iniziano a suonare le campane. Mi rendo conto allora che questo suono mi accompagnerà ogni ora per tutta la notte, ma ormai è troppo tardi per cambiare posto. Mangio un paio di paninetti vegetali che mi sono portato da casa, un po’ di cioccolato, gonfio il materassino e mi metto dentro il sacco a pelo. Fino a questo punto ho pedalato circa 80 km e 1500 d+.
    La notte passa tra le campane che segnano ogni ora, i ricci delle castagne che cadono dagli alberi e gli uccelli notturni che lanciano il loro stridulo richiamo. Alle 6 del mattino le campane mi svegliano con un suono particolare, è la sveglia mattutina che segna l'inizio della giornata in montagna. Esco dal sacco a pelo, non fa per nulla freddo, il cielo è velato ma non sembra pioverà. Preparo le borse, accendo i fari e parto. Lungo il percorso incontro alcuni cacciatori sorpresi di trovare qualcuno in bicicletta in quei luoghi e a quell’ora. La traccia riprende salendo decisa su stretti e ripidi tornanti in asfalto con pendenze del 15-16%. Entro in una bella sterrata nel bosco che mi porta in località Busellati dove finalmente (prima era troppo buio per percepirli) riesco a vedere i colori autunnali delle foglie. Qui inizia anche la decisa discesa che mi porterà a Recoaro Terme, luogo predestinato per un’abbondante colazione. Il mio posto preferito quando vengo da queste parti è il Divine coffee e wine, dove mi divoro due brioche vegane e un cappuccino e ricarico le borracce d’acqua. Riparto alle 7.30 circa e inizio a salire verso Rovegliana raggiungendo il Passo della Camonda a 650 metri circa di altitudine.
    Percorso gravel bike Vicenza
    Inizia la strada del Passo Colombo, bellissima sterrata che è parte integrante dell’Ortogonale 1 e che mi accompagnerà fino a Monteviale, alle porte di Vicenza. Passo sotto il monte Civillina, il monte Varolo, supero il Passo Colombo e in breve giungo al Passo dello Zovo. Pausa caffè e riparto seguendo sempre la traccia dell’Ortogonale 1 che passa per contrada del Mucchione e altre piccole contrade che mi portano dopo un tratto di salita asfaltato abbastanza duro a Faedo, dove mi concedo un ulteriore caffè. Riprendo il percorso scendendo per la veloce sterrata dei Campipiani (o strada delle Valli) fino a Priabona e inizio a salire verso Montepulgo. Sono ancora sulla traccia dell’Ortogonale 1 e scendo ora a Contrada Carletti per prendere la veloce e divertente strada bianca che poi mi porterà, dopo qualche salita a Torreselle, dove pedalo sulla panoramica sterrata che porta a Gambugliano. Qui inizio l’ultima salita del percorso, prima su cemento e poi sterrato. Purtroppo la lunga siccità di questi mesi ha reso il fondo di questa strada militare molto dissestato e sono costretto a spingere la bici almeno in un paio di punti, dopo aver messo il piede a terra. Raggiungo finalmente la strada delle False o dei francesi. Anche questo è un tratto dell’Ortogonale 1 (siamo a Monteviale) ed è chiamata così perchè è stata costruita dalla truppe francesi nel 1916.
    Mi aspettano ora le ultime discese sterrate e qualche sentiero tra i campi prima di iniziare a percorrere le strade e le ciclabili che mi porteranno in centro a Vicenza,. Sono le 12.00 e la fame comincia a farsi sentire dopo 60 km e altri 1500 di dislivello.
    Mi sento un po’ stanco ma soddisfatto. Il percorso è più divertente di quanto mi aspettassi, i passaggi tecnici sono contenuti e comunque sono riuscito a farli sempre in sella in discesa, anche se carico. Solo per brevissimi tratti in salita sono sceso e sempre per via del terreno.
    Mi sono reso conto di quanto sterrato ci sia, di quanti siano i tratti solitari e quanto siano belli e piacevoli, solo dopo averlo pedalato tutto quanto. Nei precedenti sopralluoghi pedalavo sulla traccia per 30-35 km alla volta, il resto della distanza percorsa faceva parte dell'avvicinamento e del rientro a casa oppure all'auto. Insomma un percorso che mi ha veramente soddisfatto e che nel suo complesso è senza dubbio molto bello e avventuroso. Io ho scelto di bivaccare in modo autonomo, ma sono molti i luoghi, dalla zona di Santorso, a Recoaro Terme, dov'è possibile alloggiare e passare quindi due giorni immersi nelle Prealpi Vicentine coperte dal loro manto autunnale.

    Se desideri sapere di più sul percorso Autumn Into Prealps, vedere il video e scaricare la traccia gpx, clicca qui!

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