Disegnare un percorso che poi percorreranno anche altri appassionati non è sempre facile.
La traccia Autumn Into Prealps è già stato pubblicata, ma non sono ancora riuscito a provarla per intero. Finalmente trovo uno spazio tra i vari impegni e Venerdì dopo pranzo preparo le borse. Alle 15.30 riesco finalmente a partire. Questa volta oltre alla traccia completa proverò anche una nuova bici, la Omnia Pigafetta 500, gravel bike travel/adventure che ho contribuito a sviluppare insieme a E-biking service di Vicenza e Nordcruz. Fino ad ora con questa bici ho fatto meno di 100 km, sarà una bella sfida pedalarla per due giorni su questo percorso!
La partenza della traccia è fissata come spesso accade nel centro storico di Vicenza. Si esce velocemente dalla città attraverso ciclabili che mi portano a pedalare sugli argini del fiume Tesina. Supero Quinto Vicentino, Bolzano Vicentino ed arrivo a Lupia (vicino a Sandrigo), dove inizio a percorrere l’argine sinistro del fiume Astico. L'ambiente qui è sempre piacevole e solitario, si pedala per molti km senza mai toccare l’asfalto, tra le tipiche boscaglie che sorgono a lato degli argini e passando a lato di stabilimenti dismessi dove un tempo si lavorava la ghiaia.
Arrivati all’altezza di Breganze si cambia lato del fiume e si inizia a correre su lunghi sterrati in ghiaia con qualche sali scendi, passaggi tecnici e qualche brevissimo portage per superare torrenti in secca, rocce e risalire i ripidi e brevissimi pendii.
Arrivati a Lugo di Vicenza si inizia a salire sulle propaggini delle Bregonze su ampia e piacevole strada sterrata raggiungendo prima Chiuppano e poi Piovene Rocchette. Fino a qui il percorso è in buona parte tutto sterrato, metto le ruote su asfalto e proseguo verso Santorso, dove inizia la salita tra strade asfaltate e sterrati. Si raggiunge prima in località San Rocco e poi, dopo un tratto sterrato fatto di tornanti e salita sempre regolare e impegnativa, arrivo al Colletto Alto, posto tra il Monte Summano e il Monte Novegno. E' già buio e nla sagoma del ristorante abbandonato dopo l’incendio di alcuni anni fa non mi conforta. Mangio una barretta giusto per precauzione, monto la frontale su casco, metto l'antivento, accendo le luci e inizio a scendere per la veloce sterrata. Mi sento sicuro malgrado il buio, la bicicletta anche se pesante per via delle borse e del sacco a pelo invernale, risponde benissimo e le luci potentissime (anteriore da 1500 e frontale da 600 lumen) mi danno molta sicurezza.
Arrivo a Bosco di Tretto e inizio a salire verso Contrà Rossi che si trova proprio ai piedi del Monte Novegno ed è anche il punto più alto del percorso (circa 900 metri). Utilizzo la luce anteriore in modalità "posizione" che in salita mi permette comunque di vedere ed essere visto risparmiando la batteria.
Arrivo a Bosco di Tretto e inizio a salire verso Contrà Rossi che si trova proprio ai piedi del Monte Novegno ed è anche il punto più alto del percorso (circa 900 metri). Utilizzo la luce anteriore in modalità "posizione" che in salita mi permette comunque di vedere ed essere visto risparmiando la batteria.
Inizio a scendere verso Santa Caterina, passando per qualche tratto sterrato che malgrado il buio non mi crea nessun problema ma anzi, mi diverte molto. Inizio ora la lunga discesa verso Valli del Pasubio alternando sterrati brevi e tratti su asfalto che passano per numerose piccole contrade. Non fa freddo e tolgo frequentemente l'antivento che rimetto solo nelle lunghe discese.
A Valli del Pasubio mi concedo un caffè e riempio le borracce, fino a qui ho mangiato solo una barretta e sono quasi le 20. Inizio a risalire il fianco della montagna su asfalto, qualche macchina sale diretta probabilmente verso i piccoli abitati che attraverserò più tardi. Scapini, Zorletti, Santini, Grossi, sono i nomi che leggo su muri e tabelle, sono i nomi di chi ha dato l'avvio a quei piccoli nuclei di abitazioni e che ora sono i nomi di quelle contrade. Nei due precedenti sopralluoghi effettuati per "costruire" la traccia, ho individuato il luogo dove bivaccherò, è la Chiesa di San Carlo, un piccolo edificio religioso posto in una radura a circa 600 metri di altitudine, tra le contrade Zorletti e Santini. Per arrivare all’edificio devo fare una deviazione al percorso di 7-800 metri e salire su una facile sterrata. Sono quasi le 21, mi posiziono sotto alla tettoia della chiesa e… iniziano a suonare le campane. Mi rendo conto allora che questo suono mi accompagnerà ogni ora per tutta la notte, ma ormai è troppo tardi per cambiare posto. Mangio un paio di paninetti vegetali che mi sono portato da casa, un po’ di cioccolato, gonfio il materassino e mi metto dentro il sacco a pelo. Fino a questo punto ho pedalato circa 80 km e 1500 d+.
La notte passa tra le campane che segnano ogni ora, i ricci delle castagne che cadono dagli alberi e gli uccelli notturni che lanciano il loro stridulo richiamo. Alle 6 del mattino le campane mi svegliano con un suono particolare, è la sveglia mattutina che segna l'inizio della giornata in montagna. Esco dal sacco a pelo, non fa per nulla freddo, il cielo è velato ma non sembra pioverà. Preparo le borse, accendo i fari e parto. Lungo il percorso incontro alcuni cacciatori sorpresi di trovare qualcuno in bicicletta in quei luoghi e a quell’ora. La traccia riprende salendo decisa su stretti e ripidi tornanti in asfalto con pendenze del 15-16%. Entro in una bella sterrata nel bosco che mi porta in località Busellati dove finalmente (prima era troppo buio per percepirli) riesco a vedere i colori autunnali delle foglie. Qui inizia anche la decisa discesa che mi porterà a Recoaro Terme, luogo predestinato per un’abbondante colazione. Il mio posto preferito quando vengo da queste parti è il Divine coffee e wine, dove mi divoro due brioche vegane e un cappuccino e ricarico le borracce d’acqua. Riparto alle 7.30 circa e inizio a salire verso Rovegliana raggiungendo il Passo della Camonda a 650 metri circa di altitudine.
Inizia la strada del Passo Colombo, bellissima sterrata che è parte integrante dell’Ortogonale 1 e che mi accompagnerà fino a Monteviale, alle porte di Vicenza. Passo sotto il monte Civillina, il monte Varolo, supero il Passo Colombo e in breve giungo al Passo dello Zovo. Pausa caffè e riparto seguendo sempre la traccia dell’Ortogonale 1 che passa per contrada del Mucchione e altre piccole contrade che mi portano dopo un tratto di salita asfaltato abbastanza duro a Faedo, dove mi concedo un ulteriore caffè. Riprendo il percorso scendendo per la veloce sterrata dei Campipiani (o strada delle Valli) fino a Priabona e inizio a salire verso Montepulgo. Sono ancora sulla traccia dell’Ortogonale 1 e scendo ora a Contrada Carletti per prendere la veloce e divertente strada bianca che poi mi porterà, dopo qualche salita a Torreselle, dove pedalo sulla panoramica sterrata che porta a Gambugliano. Qui inizio l’ultima salita del percorso, prima su cemento e poi sterrato. Purtroppo la lunga siccità di questi mesi ha reso il fondo di questa strada militare molto dissestato e sono costretto a spingere la bici almeno in un paio di punti, dopo aver messo il piede a terra. Raggiungo finalmente la strada delle False o dei francesi. Anche questo è un tratto dell’Ortogonale 1 (siamo a Monteviale) ed è chiamata così perchè è stata costruita dalla truppe francesi nel 1916.
Mi aspettano ora le ultime discese sterrate e qualche sentiero tra i campi prima di iniziare a percorrere le strade e le ciclabili che mi porteranno in centro a Vicenza,. Sono le 12.00 e la fame comincia a farsi sentire dopo 60 km e altri 1500 di dislivello.
Mi sento un po’ stanco ma soddisfatto. Il percorso è più divertente di quanto mi aspettassi, i passaggi tecnici sono contenuti e comunque sono riuscito a farli sempre in sella in discesa, anche se carico. Solo per brevissimi tratti in salita sono sceso e sempre per via del terreno.
Mi sono reso conto di quanto sterrato ci sia, di quanti siano i tratti solitari e quanto siano belli e piacevoli, solo dopo averlo pedalato tutto quanto. Nei precedenti sopralluoghi pedalavo sulla traccia per 30-35 km alla volta, il resto della distanza percorsa faceva parte dell'avvicinamento e del rientro a casa oppure all'auto. Insomma un percorso che mi ha veramente soddisfatto e che nel suo complesso è senza dubbio molto bello e avventuroso. Io ho scelto di bivaccare in modo autonomo, ma sono molti i luoghi, dalla zona di Santorso, a Recoaro Terme, dov'è possibile alloggiare e passare quindi due giorni immersi nelle Prealpi Vicentine coperte dal loro manto autunnale.
Mi sono reso conto di quanto sterrato ci sia, di quanti siano i tratti solitari e quanto siano belli e piacevoli, solo dopo averlo pedalato tutto quanto. Nei precedenti sopralluoghi pedalavo sulla traccia per 30-35 km alla volta, il resto della distanza percorsa faceva parte dell'avvicinamento e del rientro a casa oppure all'auto. Insomma un percorso che mi ha veramente soddisfatto e che nel suo complesso è senza dubbio molto bello e avventuroso. Io ho scelto di bivaccare in modo autonomo, ma sono molti i luoghi, dalla zona di Santorso, a Recoaro Terme, dov'è possibile alloggiare e passare quindi due giorni immersi nelle Prealpi Vicentine coperte dal loro manto autunnale.
Se desideri sapere di più sul percorso Autumn Into Prealps, vedere il video e scaricare la traccia gpx, clicca qui!
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