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Into Prealps - Percorsi gravel bike sui Colli Berici, l'Altopiano di Asiago e le Piccole Dolomiti Vicentine

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Sicurezza stradale

Manuale di sopravvivenza del ciclista

26 Gennaio 2023 by Roberto Leave a Comment

Chi utilizza la bicicletta per fare attività fisica o come mezzo di trasporto, è esposto a molti rischi quando pedala nel traffico.
Le probabilità di rimanere coinvolti in un incidente sono decisamente alte e i motivi sono diversi, eccone alcuni.

  1. Infrastrutture pensate esclusivamente per il traffico veicolare dove (a volte) in un secondo momento vengono inserite le biciclette, ma sempre nell’ottica di “seconda scelta”, facendo quindi accrocchi e modifiche al piano stradale per fare in modo che queste non diventino un “problema” per i veicoli.
  2. Lo stile di vita negli ultimi decenni è cambiato notevolmente. In una famiglia ci sono spesso due auto, questo significa come minimo un raddoppio dei veicoli circolanti sulle strade, che sono rimaste sostanzialmente le stesse costruite nel secolo scorso. Abbiamo mille impegni e siamo sempre di fretta, questo significa minore attenzione e quindi aumento del rischio di incidenti.
  3. Culturalmente consideriamo la bicicletta un mezzo di svago, quindi quando circolano sulle strade che erroneamente pensiamo riservate alle auto, la vediamo come un intralcio alla “normale” circolazione.

Sicurezza in bicicletta

Chi utilizza la gravel bike ha la fortuna di poter ridurre in modo notevole il rischio di incidenti stradali, perchè si muove spesso su strade a basso traffico e in fuoristrada. Ma per raggiungere questi luoghi e per tornare a casa, dobbiamo a volte affrontare il caos del traffico veicolare, ecco allora alcuni accorgimenti per affrontare la "giungla d'asfalto" con maggiore sicurezza.

Facciamoci vedere!

Negli ultimi tempi sono sempre di più i ciclisti utilizzano le luci di giorno. Alcuni studi hanno dimostrato che la luce fissa rossa posteriore, aumenta del 140% la visibilità del ciclista e che se questa è lampeggiante arriviamo fino al 240%!
Altrettanto importante è avere una luce anteriore lampeggiante, in questo caso bianca per ottemperare alle disposizioni del Codice della strada. Utilizzare le luci diurne diminuisce del 33% gli incidenti stradali durante il giorno.
Le luci utilizzate devono avere una luminosità e una durata adeguata per essere visti anche da lontano.
Fonte: https://www.trekbikes.com/it/it_IT/daytime_running_lights/

Portiamo con noi delle bretelle ad alta visibilità che occupano poco spazio e che sono obbligatorie quando cala il sole o quando dobbiamo affrontare delle gallerie. Le bretelle ad alta visibilità possono inoltre essere utili se dobbiamo affrontare un tratto di strada particolarmente trafficato, aumentando così la nostra visibilità.

Sicurezza in bicicletta

Facciamoci sentire!

Pur essendo obbligatorio (leggi C.d.s.), il campanello raramente viene montato dagli appassionati sulle proprie biciclette. Oggi esistono campanelli poco ingombranti, efficaci ed esteticamente piacevoli che possono essere montati su qualsiasi bicicletta, anche con manubrio drop e passare inosservati. Il campanello è molto utile quando ci muoviamo sulle ciclopedonabili e sui sentieri, per segnalare la nostra presenza ad altri ciclisti, persone oppure animali, ma purtroppo non è altrettanto utile nel traffico.
Un buon modo per farsi sentire da un automobilista distratto che sta guardando altrove mentre è fermo allo stop è urlare!
Se urliamo abbastanza forte, l’attenzione dell’automobilista verrò richiamata e istintivamente fermerà l'auto per capire da dove arriva il suono.

Circolare sulle strade limitando i rischi

Le accortezze per pedalare con la massima sicurezza lungo una strada urbana o extraurbana sono le seguenti.

  1. Utilizzare luci lampeggianti con una buona luminosità e durata sia anteriori (bianca) che posteriori (rossa). Se abbiamo bisogno di più autonomia, soprattutto con la luce rossa, possiamo installare due luci da accendere alternativamente quando la prima è scarica.
  2. Utilizzare un abbigliamento con colori forti. Se ci piacciono i colori pastello indossiamo delle bande riflettenti che possiamo togliere e mettere nella tasca posteriore in pochi secondi quando iniziamo a pedalare in fuoristrada.
  3. Se ci piace ascoltare musica o podcast durante le nosre pedalalte, utilizziamo auricolari a conduzione ossea (permessi perchè lasciano il padiglione auricolare libero). Ne esistono sul mercato di molti tipi e i prezzi di quelli più economici, sono paragonabili ad un paio di auricolari tradizionali di qualità media.
  4. Manteniamo la destra della carreggiata ma cerchiamo di non stare troppo vicini al ciglio della strada per evitare di prendere il cordolo e e cadere proprio in mezzo alla carreggiata stradale.
  5. Se facciamo un'uscita di gruppo facciamolo in fila indiana. Il C.d.s. da la possibilità di pedalare su due file ma solo su strade extra urbane e quando le condizioni lo consentono, senza però specificare quali sono queste condizioni. Quindi meglio evitare problemi e pedalare concentrati, potremmo chiacchierare una volta fuori strada o durante le pause anche a noi del grave piacciono molto.
https://www.intoprealps.com/wp-content/uploads/2023/01/VID_20210915_181604.mp4

Affrontare le rotatorie in sicurezza

Le rotatorie sono l’incubo di ogni ciclista e anche di molti automobilisti!
La non conoscenza delle regole di base, la dimensione spesso ridotta della rotatoria e il traffico intenso, rendono la rotatoria uno dei pericoli più grandi per chi ama pedalare.
Iniziamo rinfrescando le norme per affrontare una rotatoria con qualsiasi tipo di veicolo.
Secondo il C.d.s. nelle rotatorie all'italiana (quelle senza cartello di dare la precedenza) la precedenza è di chi viene da destra, e quindi le auto già all’interno della rotatoria devono fermarsi e lasciare passare i veicoli che si immettono.
Nelle rotatorie europee invece, riconoscibili per il cartello di da la precedenza all’entrata, la precedenza è sempre di chi sta percorrendo la rotatoria, chi si immette deve aspettare che la sua sinistra sia libera prima di immettersi.
Cerchiamo ora di capire come affrontare le rotatorie in bicicletta e uscirne tutti interi!
Innazitutto se possibile ,sarebbe meglio utilizzare le strisce pedonali oppure i sottopassaggi se presenti. Quando questo non è possibile, ricordiamoci sempre che anche se in bicicletta, abbiamo gli stessi diritti di tutti gli altri veicoli, ma anche dei doveri.
Quando entriamo in una rotatoria (con i fari accesi e lampeggianti di giorno e magari un abbigliamento che ci renda visibile) guardiamo prima a sinistra, assicurandoci che le auto siano abbastanza lontane altrimenti fermiamoci per lasciar passare. Una volta che abbiamo la sinistra libera, guardiamo le auto provenienti da destra assicurandoci che gli automobilisti che le conducono ci abbiano visti. Per esserne sicuri dobbiamo essere certi che il loro sguardo si incroci con il nostro. Una volta assicurati che ci abbiano visti, percorriamo la rotatoria, ma sempre controllando i veicoli che arrivano da destra. 

Sicurezza stradale biciclette

Nel caso check accorgessimo che l’auto che sta entrando nella rotatoria si sta muovendo verso di noi, la cosa migliore da fare è frenare e “urlare”. Il grido, attirerà l’attenzione dell’automobilista che non capendo da dove arriva fermerà l’auto.
Quando invece affrontiamo una rotatoria con il buio, dobbiamo avere i fari accesi alla massima luminosità., utilizzare la stessa tecnica di immissioni che utilizziamo di giorno ma con un ulteriore accorgimento.
Se disponiamo di una buona frontale da almeno 300 lumen posizionata sul casco, accendiamola prima della rotatoria e utilizziamo la stessa tecnica che usiamo di giorno, cioè cercando di incrociare lo sguardo dell’automobilista che si sta immettendo da destra.
La luce emessa dalla frontale attirerà l’attenzione la sua attenzione perchè ad un’altezza diversa rispetto ai fari delle nostra bicicletta o delle altre auto, e questo ci aiuterà ad essere individuati.

Con questo post si conclude la serie di articoli sulla sicurezza stradale. Speriamo che i consigli e le informazioni scritte ti possano essere utili per evitare pericolose situazioni.
Ci rendiamo conto che c'è ancora molta strada da fare perché nel nostro paese il ciclista arrivi a contare quando un automobilista, ma siamo certi che se ognuno darà un piccolo contributo, tutti insieme ci riusciremo.

Altri articoli sulla sicurezza stradale

Articolo 182 del Codice della Strada, vediamoci chiaro
La bicicletta, un problema oppure una opportunità?

La bicicletta, un problema oppure una opportunità?

19 Gennaio 2023 by Roberto Leave a Comment

Nel post precedente abbiamo cercato di spiegare l’Art. 182 del Codice della Strada e fornire qualche consiglio per interpretarlo al meglio. In questo post invece, tratteremo alcuni paragrafi dell'Articolo 377 - Regolamento di attuazione del C.d.S, dove si torna a parlare di biciclette. Alcuni termini utilizzati e cose date per scontate, fanno un po' riflettere su come venga considerata la bicicletta dai legislatori e dalle istituzioni in generale.

Articolo 377 Codice della Strada

Articolo 377 - Regolamento di attuazione del C.d.S

Comma 1

“I ciclisti nella marcia ordinaria in sede promiscua devono sempre evitare improvvisi scarti, ovvero  movimenti  a  zig-zag, che possono essere di intralcio o pericolo per i veicoli che seguono.”

Crediamo che nessuno abbia dubbi sul fatto che andare a zig-zag su una strada pubblica sia assolutamente inappropriato e decisamente pericoloso per il ciclista, ma quello che in questo paragrafo ci sorprende è che si parla di intralcio o pericolo per i veicoli che seguono!
I numeri parlano chiaro, nel 2022 è deceduto per incidente stradale, un ciclista ogni due giorni (in questa triste classifica non vengono contate le persone decedute dopo il ricovero) e immaginiamo (non abbiamo dati in proposito) che i guidatori dei veicoli coinvolti difficilmente abbiano avuto conseguenze dall'impatto con una bicicletta.
Del comma 1 ci hanno colpito in modo particolare i due termini utilizzati; “intralciare” e “pericolo”. Vediamo come il Dizionario Treccani definisce queste parole e cerchiamo di leggere tra le righe di questa norma.

Intralciare

“L’intralciare, l’intralciarsi, e l’effetto che ne consegue. Più comunem., qualsiasi ostacolo che impedisca o rallenti lo svolgimento spedito di un’operazione, il corso normale di qualche faccenda, e sim., e la cosa stessa che intralcia”

Il termine usato in questo comma dipinge il ciclista come un problema per l’automobilista, un intralcio alla sua marcia. Il ciclista non è una risorsa per la società e per l'ambiente, ma un ostacolo che rallenta e impedisce che l’automobilista prosegua “spedito” e senza "intralci" per la sua strada.
Ma la cosa peggiora quando andiamo a vedere cosa significa il termine pericolo sempre secondo il Dizionario Treccani.

Pericolo

“Circostanza o complesso di circostanze da cui si teme che possa derivare grave danno.”
Grave danno per chi? Non certo per l'automobilista. Secondo questo articolo il danno lo causa il ciclista al veicolo che segue, confermando che anche le istituzioni non hanno ancora interiorizzato il fatto che il ciclista è l'anello debole sulla strada e non il contrario. Non hanno capito che il ciclista va protetto (che abbia torto o ragione) dalle tonnellate di metallo che si muovono a grande velocità sulle strade a pochi centimetri da lui, e che la sicurezza del ciclista non deve essere esclusivamente sua responsabilità.
Per fare un esempio banale sulla disparità di trattamento tra auto e biciclette, pensiamo alle protezioni che troviamo lungo le strade, i classici guard rail. Sono realizzati allo scopo di impedire alle auto (non sono stati pensati per le biciclette e le moto) di andare fuoristrada (in un fosso oppure in una scarpata) e questa protezione viene installata in quasi ogni strada, a protezione dell'automobilista. 

Comma 3

“In ogni caso, i ciclisti devono segnalare tempestivamente, con il braccio, la manovra di svolta a sinistra, di svolta a destra e di fermata che intendono effettuare.”

Il braccio del ciclista teso verso destra o sinistra è il segnale convenzionale di svolta in una delle due direzioni. E’ di fondamentale importanza quando si pedala su strade pubbliche, segnalare con anticipo la svolta. Stendere il braccio completamente e magari muoverlo su e giu può rendere più chiaro alle auto che seguono la nostra intenzione.
Lascia invece perplessi il fatto di dover segnalare la fermata. Sia chiaro che non c'è nulla di male nel farlo anzi, il problema è che abbiamo il sospetto che siano pochi gli automobilista a conosce quello che dovrebbe essere il segnale convenzionale di fermata di un ciclista, e questo perchè non viene indicato nel C.d.s. e di conseguenza non viene insegnato quando si consegue la patente di guida. In secondo luogo il segnale di fermata non viene usato perchè sono pochi i ciclisti che lo conoscono.
Possiamo supporre quindi che il segnale convenzionale di STOP sia quello che si usa quando si pedala in gruppo. In questi casi, quando si vuole segnalare la fermata, si alza il braccio piegato a 90° con il palmo della mano aperto. Questo crediamo, dovrebbe essere il segnale da utilizzare anche nei confronti dell'automobilista.

Con questo post si conclude l'analisi degli articoli del C.d.S. che riguardano noi ciclisti. Nei prossimi post parleremo di come farci vedere e sentire quando viaggiamo nel traffico e condivideremo qualche piccolo stratagemma per ridurre il rischio di non essere visti dagli automobilisti.

Articolo 182 del Codice della Strada, vediamoci chiaro

9 Gennaio 2023 by Roberto 2 Comments

Quanti ciclisti hanno letto o conoscono il Codice della strada? Pochi immaginiamo. Codice, articoli, paragrafi, comma, tutti termini noiosi che riteniamo non abbiano nulla a che fare con la nostra passione, la bicicletta.
E’ importante sapere invece che la bicicletta è considerato un veicolo e per tanto deve rispettare in pieno il C.d.s come qualsiasi altro mezzo circolante su strade pubbliche. 
La bicicletta però, rispetto ad altri mezzi circolanti, ha delle particolarità e per questo è stato creato un articolo dedicato, il n. 182.
In questo articolo vengono spiegati quali siano i doveri del ciclista quando circola su una strada pubblica, ma anche i diritti di cui può godere.
Dei sette punti di cui è composto l’Articolo 182 ne prenderemo in esame solo quattro, tralasciando gli altri dedicati al trasporto di persone e cose.
Iniziamo!

Codice della strada articolo 182

Comma 1

“I ciclisti devono procedere su unica fila in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano e, comunque, mai affiancati in numero superiore a due; quando circolano fuori dai centri abitati devono sempre procedere su unica fila, salvo che uno di essi sia minore di anni dieci e proceda sulla destra dell’altro.”

Vediamo spesso ciclisti procedere in gruppo e quasi sempre fuori da centri abitati. Dopo aver letto il punto sopra citato, possiamo affermare con certezza che questi gruppetti non rispettano il C.d.s. Lo rispetterebbero solo nel caso si muovessero in due file e nei centri abitati, ma solo quando le condizioni di traffico lo consentano.
Quali siano le condizioni che consentono questo tipo di condotta, è difficile capirlo. Scarso traffico? Sede stradale ampia (e quanto ampia)?
Per esperienza sappiamo che paradossalmente sarebbe più facile trovare una condizione di traffico che permette di muoversi affiancati, pedalando su strade extra urbane piuttosto che su strade urbane, che di solito sono più strette e con traffico più sostenuto.
Il buon senso quindi ci suggerirebbe di pedalare esclusivamente in fila indiana su strade aperte al traffico, e rimanere affiancati solo fuori dalla arterie stradali.

Comma 2

“I ciclisti devono avere libero l’uso delle braccia e delle mani e reggere il manubrio almeno con una mano; essi devono essere in grado in ogni momento di vedere liberamente davanti a sé, ai due lati e compiere con la massima libertà, prontezza e facilità le manovre necessarie.”

Possiamo quindi rispondere al telefono, leggere un messaggio o consultare il nostro smartphone mentre pedaliamo? Sembrerebbe di proprio di sì se lo facciamo con una sola mano, ma anche se il C.d.s. lo permette, dovrebbe essere il nostro buon senso a vietarcelo.
Pedalare con una mano significa limitare del 50% la forza con la quale teniamo il manubrio. Basterebbe quindi una buca o una radice sporgente per farci cadere pesantemente a terra, con conseguenze molto serie per la nostra incolumità.
Quindi, anche se pedalare con una mano è permesso dalla legge, quando riceviamo una chiamata o vogliamo leggere un messaggio, meglio fermarci. Togliere invece completamente le mani dal manubrio per metterci una giacca o levare i manicotti, oltre ad essere pericoloso è vietato dal C.d.s., è anche sanzionabile.

Comma 4

“I ciclisti devono condurre il veicolo a mano quando, per le condizioni della circolazione, siano di intralcio o di pericolo per i pedoni. In tal caso sono assimilati ai pedoni e devono usare la comune diligenza e la comune prudenza.”

In questo paragrafo ci pare di capire che non si parla di strade completamente aperte al traffico, ma piuttosto di zone pedonali dove il pedone è tutelato. Se non espressamente indicato con apposito cartello, i velocipedi possono transitare nelle zone pedonali ma devono rispettare le indicazioni sopra elencate per evitare incidenti con i pedoni. Un esempio sono i centri storici, oppure a quelle ciclopedonali che la domenica mattina sono prese d’assalto da runner, famiglie con cani da guinzaglio, carrozzine, ecc.
In questi casi di sovraffollamento, dovremmo avere il buon senso di scendere dalla bicicletta e portarla a mano.

Comma 9

“I velocipedi devono transitare sulle piste loro riservate ovvero sulle corsie ciclabili o sulle corsie ciclabili per doppio senso ciclabile, quando esistono, salvo il divieto per particolari categorie di essi, con le modalità stabilite nel regolamento. Le norme previste dal regolamento per la circolazione sulle piste ciclabili si applicano anche alla circolazione sulle corsie ciclabili e sulle corsie ciclabili per doppio senso ciclabile.”

Chi di noi non è mai stato “ripreso” da un automobilista perchè non utilizzavamo quella che lui definiva “pista ciclabile” a fianco della strada?
Sicuramente quell’automobilista non conosceva a fondo l’Articolo 182 del C.d.s. e nemmeno noi se non siamo riusciti a rispondergli senza prenderlo a male parole 🙂
Infatti, leggendo bene il paragrafo in questione, salta all’occhio che l’obbligo di transitare sulle piste riservate ai velocipedi, esiste solo quando queste sono delle corsie ciclabili, ovvero delle vere e proprie piste ciclabili riservate esclusivamente alle biciclette e non delle piste ciclo pedonabili.
Purtroppo le corsie ciclabili esclusive (dove i pedoni non possono entrare e se lo fanno rischiano delle sanzioni sanzioni), sono veramente poche in Italia. Il resto sono delle ciclo pedonabili, a volte anche di lunghezza e dimensioni importanti, frequentate da qualsiasi mezzo che non necessiti di targa per circolare.

Comma 9 bis

“Il conducente di velocipede che circola fuori dai centri abitati da mezz’ora dopo il tramonto del sole a mezz’ora prima del suo sorgere e il conducente di velocipede che circola nelle gallerie hanno l’obbligo di indossare il giubbotto o le bretelle retroriflettenti ad alta visibilità, di cui al comma 4-ter dell’articolo 162.”

Quindi non solo il giubbotto (meglio ancora le strisce riflettenti perchè più pratiche) sono un obbligo di legge, ma è anche molto importante per la sicurezza di noi ciclisti. Questo dispositivo di sicurezza, rende il ciclista molto visibile di notte, ma anche poco prima dell’alba e del tramonto, quando l’occhio deve ancora abituarsi al cambio di luce. Per essere completamente a norma, questo dispositivo di sicurezza dovrebbe riportare il marchio CE e il riferimento alla norma EN 471.

In questo articolo abbiamo cercato di chiarire quali sono gli obblighi ai quali dobbiamo sottostare quando con la nostra bicicletta “solchiamo” le strade aperte al traffico.
Nei prossimi articoli invece, vedremo di approfondire l’argomento dotazione, come migliorarlo e arricchirlo e anche dare qualche consiglio utile per aumentare la nostra sicurezza.

 

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